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Lo scottante argomento del momento ruggente appare onnipresente nell’attimo stagionale ovvero il caldo fa bene o no al diabete? Il sentire comune fa dissentire sul tema e i pareri sono discordi. La scuola di pensiero Hegeliana sostiene che il motivo residente nel aggregante glicemico trova una risposta combinata e disposta tra il nocciolo termico e la modificazione colorimetrica dell’alba così portando ad avere un livello del tasso di zucchero inferiore alla norma rispetto al periodo invernale. La scuola di pensiero Maltusiana al contrario pone la differenza al cospetto delle roventi temperature come fattore di stress per l’organismo e quindi dietro un chiaro abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue si riporta poi uno spostamento baricentrico in altezza.

Il dibattito e il dilemma circa il diabete e il caldo/freddo si trascina fin dalla notte dei tempi nella storia della filosofia e medicina, senza ancor aver trovato una risposta certa ed esauriente. Ma siamo prossimi a trovare la chiave di lettura ai nostri perché.

A tal proposito si va a scoprire anche in questo campo della vita con il diabete dove ogni riferimento ai colpi di calore dovuti a temperature elevate è legato al diabete tipo 2 di fascia senile che al diabete tipo 1 di fascia infantile, precauzioni comunque normali per i gruppi a rischio della popolazione. Cosa si impara ancora una volta? Le informazioni universali vanno prese con distacco e nel dubbio sempre chiedere al proprio medico curante o specialista diabetologo.

E i diabetici tipo 1, tra le varie cose da prendere in considerazione devono modificare le dosi di insulina durante la stagione calda? Non necessariamente, occorre però ricordare che, se le dosi di insulina sono insufficienti, il diabetico urina molto di più e perde acqua e sali minerali. Dato che durante i periodi caldi si suda molto, cresce il rischio di aumentare questa perdita. Il consiglio è sempre di bere molta acqua (ovviamente non bevande zuccherate), controllare se si urina troppo ed eseguire l’automonitoraggio della glicemia capillare più frequentemente». Quante volte? Beh la cosa va prese sentito e d’intesa con il diabetologo di fiducia, ma col tempo le azioni conseguenti saranno prese in autonomia, e comunque ogni diabetico ha sempre la sua storia e le sue esigenze, temperature e il resto verrà da sé.

E mentre il clima estivo fa la sua parte io non resto in disparte: mi godo il frangente stagionale con una media glicemica spettacolare pari a 119, e tra uno spuntino e un pasto leggero il mio fisico si rallegra sincero ma senza esagerare. Ma non finisce qua.

Scatta il conto alla rovescia per le vacanze estive e tra una settimana esatta partirò ancora una volta verso le alti vette alpine a godermi un poco di natura e aria buona, spero, e se connessione dati e mentale lo permetteranno vi aggiornerà a quest’anno circa l’andamento del diabete in villeggiatura, tra movimento, contemplazione e cibarie. Buona settimana a tutti!

P.S.: un mutamento interessante subentrato nella gestione quotidiana dell’insulina col microinfusore e CGM in questi giorni sta, oltre alla media glicemica ottimale, nel aver fatto a meno del bolo ordinario prandiale ed essere andato avanti praticamente solo con la basale o addirittura in sospensione erogazione per molte ore. Ecco la differenza chiave possibile grazie al sistema integrato microinfusore + CGM.