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La mattina come consuetudine da qualche anno a questa parte nel blog, alle 7.30 pubblico il primo, a volte unico, articolo della giornata, e di mercoledì o giovedì invio la newsletter settimanale agli abbonati. Gli articoli pubblicati sono ad oggi complessivamente 5250, ma non è delle fredde statistiche che sono a scrivere, peraltro già descritte in precedenza. L’informazione e diabete, meglio ancora l’eccesso di notizie genera problemi. Non metto neanche il punto interrogativo poiché di tale passaggio ne sono certo, sia come autore che diabetico ed esploratore di informazioni in rete e su carta o media televisivi.

Basta una dato per tutti: tramite posta elettronica riceva da Google News i dispacci di sintesi delle notizie pubblicate con parola chiave diabete. In una giornata tipo ne ricevo di media 200 dall’Italia, ma se vado a fare la stessa cosa in lingua inglese il dato è spaventosamente ben più alto: oltre le 2000!

Scandagliando i lanci si trovano molti duplicati della stesso argomento, fatti con il copia incolla (spesso e volentieri il copiato è proprio questo blog), con la logica del caccia dentro purché si faccia clic e si alimentino gli accessi di lettori/visitatori a discapito naturalmente della qualità dell’informazione rilasciata e della credibilità della stessa.

Il quadro che ne esce è francamente deprimente.

Prima di tutto a un lettore non formato a dovere sul diabete un tale pastrocchio di “notizie” genera una gran confusione anziché chiarezza, ma tale problema esiste non solo in rete, anche se in tale ambito la problematica si fa massiva per via dell’infinito contenitore di cose utili coabitanti con autentiche corbellerie e falsità.

La questione si pone ed esiste anche e ancora su carta: è tanta la produzione cartacea disponibile e pioggia in ogni evento che non contribuisce a semplificare i fondamentali informativi per i tanti diabetici.

Il troppo stroppia.

La consapevolezza circa la situazione è già un punto di partenza per trovare sistemi di “sfoltimento” e selezione della giungla di dati che ci vengono scaricati e dei quali rischiamo di restarne soffocati.