ShareTheMeal l’app che lotta contro la fame nel mondo è il crowdfunding del programma WFP dell’ONU insignito del Nobel nel 2020
Probabilmente ne avrete già sentito parlare. Spesso dei pop up pubblicitari di Android ve la propongono. Si tratta di ShareTheMeal l’app che lotta contro la fame nel mondo. Nello specifico è il sistema di crowdfunding adottato dalle Nazioni Unite all’interno del World Food Programme (WFP).
La nascita di ShareTheMeal
L’app nasce a Berlino nel 2014 da Sebastian Stricker e Bernhard Kowatsch a seguito di un anno sabbatico. Nell’estate del 2015 ShareTheMeal entra a far parte del WFP ed è supportato dall’Innovation Accelerator del WFP. Sempre nella stessa estate, è partito il primo progetto pilota di raccolta fondi in Germania, Austria e Svizzera per il Lesotho. Il progetto è riuscito a fornire 1,8 milioni di pasti scolastici ai bambini del Lesotho attraverso storie, video e immagini sperimentati da Tsitsi Matope nel WFP Lesotho.
L’app è stata lanciata a livello globale il 12 novembre 2015 per dispositivi iOS e Android. La campagna di lancio globale ha raccolto fondi per dare pasti a 20.000 bambini siriani che vivono nel campo profughi di Zaatari in Giordania per un anno. È stato completato con successo in meno di 2 mesi.
Come funziona ShareTheMeal?
L’app è davvero molto semplice e intuitiva. Dopo averla scaricata da App Store e Google Play Store compaiono sullo schermo i video illustrativi dei diversi progetti in corso. Scelto il progetto, è sufficiente pigiare sull’opzione dona ora è poi si segue la procedura guidata.
Un sistema che coniuga il gamification e il video per rendere semplice e interattivo l’atto stesso di donare. Con appena 70 centesimi è possibile dare il pasto a un bambino per un’intera giornata.
I numeri di ShareTheMeal
A oggi, il crowdfunding del World Food Programme (WFP) ha registrato più di 4,5 milioni di utenti e fornito poco più di 100 milioni di pasti.
Dove finiscono le donazioni?
Quando si parla di donazioni, spesso, viene in mente quel pensiero critico per cui non ci si fida fino in fondo. Si pensa che quei parte di quei soldi finiscano in chissà quali tasche. Secondo il Monaco Tribune, la raccolta fondi è suddivisa come segue:
Il 62% serve a fornire assistenza alimentare alle popolazioni bisognose.
Il 28% viene investito nelle raccolte di fondi e nel marketing.
Il 6% è dedicato alla gestione dell’organizzazione, l’affitto degli uffici, il pagamento degli stipendi degli impiegati.
Il 4% è destinato agli oneri di pagamento