Un trattato internazionale sulla gestione delle future pandemie. È la proposta con cui si chiude la 74esima Assemblea mondiale della sanità (il più alto organo legislativo dell’Oms) il cui tema principale è stato “Finere a questa pandemia, prevenire la prossima”. È arrivato il momento per una iniziativa del genere, ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. 

I negoziati per la realizzazione di questa futura regia globale che dovrebbe essere dotata di maggiori poteri e una capacità migliore di coordinamento partiranno il prossimo 29 novembre. Ad un anno e mezzo dall’inizio dell’epidemia che ha coinvolto l’intero pianeta uccidendo 3,7 milioni di persone, i ministeri della salute dei Paesi membri dell’Oms hanno espresso la necessità di una riforma della gestione delle emergenze sanitarie globali che prenda punto dagli errori del passato recente. La risoluzione che ha gettato i semi di un futuro trattato pandemico è, secondo Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, la più importante tra le 30 e decisioni approvate dall’Assemblea che riguardano una serie di problemi di salute pubblica non ancora risolti , dalla gestione della malaria, dell’Hiv, del diabete , delle malattie tropicali neglette ecc…

Ma questo trattato, fortemente voluto da diversi Paesi tra cui Francia e Germania, per ora è solo un progetto di cui vanno ancora definiti tutti i dettagli. L’unica certezza è che si baserà su un rafforzamento dei poteri dell’Oms, dato che nel corso dell’Assemblea un nutrito gruppo di Stati membri ha la relazione che prevede il potenziamento del ruolo dell’Oms nella risposta alle emergenze sanitarie. Un gruppo di lavoro sarà incaricato di studiare la riforma dello statuto che all’Oms di contare di più in futuro. Perché ora come ora, i patogeni hanno un potere maggiore dell’OMS, ha comment Ghebreyesus. 

L’incognita principale, invece, è sui tempi. E gli esempi del passato non promettono bene. 

Il primo trattato mondiale sulla salute pubblica, la Framework Convention on Tobacco Control, è stato firmato nel 2003 dopo quattro anni di trattative. C’è il rischio che, una volta superata la pandemia di Covid, nessuno avverta più l’urgenza di mettere in piedi la nuova struttura globale di prevenzione e gestione delle pandemie e che i tempi dei negoziati, prevedibilmente tutti incentrati su quanto potere attribuire all ‘Oms, si allunghino molto.  

«Un giorno, speriamo presto, la pandemia sarà alle nostre spalle, ma dovremo ancora affrontare le nostre versioni che hanno permesso a un piccolo focolaio di trasformarsi in una malattia globale», ha dichiarato Ghebreyesus in chiusura dei lavori dell’Assemblea. 

Ma, mentre ci si prepara a quelle future, c’è ancora tanto da fare per fermare la pandemia in corso.  

«Siamo molto incoraggiati dal fatto che casi e decessi continuino a diminuire a livello globale, ma sarebbe un errore gigantesco per qualsiasi paese pensare che il pericolo sia passato», ha sottolineato Ghebreyesus. L’Oms esorta gli Stati membri a mantenere il loro impegno di vaccinare almeno il 10 per cento popolazione entro la fine di settembre e almeno il 30 per cento entro la fine dell’anno. 

L’Assemblea ha approvato altre risoluzioni associate alla pandemia e non solo. Trenta in tutto. Una di queste riguarda gli operatori sanitari. L’invito agli Stati membri ad assicurare a tutte le persone che lavorano nelle strutture sanitarie un rapido accesso ai vaccini e condizioni di lavoro dignitose, oltre ai dispositivi di protezione. 

Anche la richiesta di la produzione locale di medicinali e altre tecnologie per migliorare l’accesso alle malattie, rafforzata da più di 100 Paesi, è stata approvata dall’Assemblea. La pandemia infatti ha messo in evidenza la necessità di migliorare la capacità di produzione locale di prodotti sanitari innovativi e altamente efficaci come le tecnologie a mRNA. A questo argomento sarà dedicato il Forum mondiale sulla produzione locale tenuto dall’Oms che si terrà a giugno.

Ma la 74esima Assemblea dell’Oms è stata anche l’occasione per esortare i Paesi membri a mantenere alta l’attenzione sulla salute mentale insistendo sulla necessità di mantenere i servizi di salute mentale e sostegno psicosociale all’interno della copertura sanitaria. Gli Stati membri sono anche stati invitati ad analizzare l’impatto di Covid-19 condizioni sulle condizioni della popolazione in tutte le fasce d’età per prevenire un’epidemia di disturbi mentali.