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(Dall’intervento svolto alla Conferenza Diabeteasy in Bologna Auditorium MAST il 25 03 23)

Il diabete tipo 1 è una malattia cronica che richiede una gestione costante nel corso della vita. Dopo 60 anni di vita con il diabete tipo 1, ho imparato molte cose sulla gestione della malattia e sull’impatto che ha sulla salute generale; ma non si finisce ma di imparare e l’informazione è potere, come saper distinguere e selezionale dati e fatti, trasformandoli in atti.

Ecco alcune cose che penso di aver imparato:

  1. Controllo dei livelli di zucchero nel sangue: Dopo anni di esperienza con il diabete tipo 1 riesco ad avere un controllo molto preciso sui miei livelli di zucchero nel sangue e so come regolare l’insulina in base alle esigenze del mio corpo.
  2. Conoscenza degli alimenti: ho sviluppato una vasta conoscenza degli alimenti e delle bevande che influenzano i livelli di zucchero nel sangue, sapendo quindi cosa mangiare e cosa evitare, come gestire l’alimentazione (nutrienti, orari e dinamiche).
  3. Prevenzione delle complicanze: Dopo anni di gestione del diabete tipo 1, laddove possibile ho imparato come prevenire le complicanze a lungo termine della malattia, quali la neuropatia, la nefropatia, la retinopatia quella no non l’ho evitata.
  4. Abitudini salutari: con il diabete tipo 1 ho imparato l’importanza di mantenere uno stile di vita sano e attivo, mangiare sano, fare esercizio fisico regolarmente e gestire lo stress.

Inoltre, dopo 60 anni di vita con il diabete tipo 1, una persona può insegnare molto agli altri sulla gestione della malattia e sull’importanza di un’adeguata gestione del diabete tipo 1 per prevenire le complicanze a lungo termine. Potrebbero essere un mentore prezioso per coloro che hanno recentemente diagnosticato la malattia o per coloro che stanno lottando per gestirla.

60 anni: la forza delle abitudini

Le abitudini sono un’azione o un comportamento che diventa automatico nel tempo. Possono essere positive o negative, e possono influenzare profondamente la nostra vita e il nostro benessere.

La forza delle abitudini deriva dal fatto che il nostro cervello è programmato per automatizzare comportamenti ripetuti. Ciò significa che quando facciamo qualcosa abbastanza volte, il nostro cervello registra quella sequenza di azioni come un “programma” da eseguire senza doverci pensare.

Le abitudini possono essere potenti alleate per il nostro benessere se sono abitudini salutari, come fare esercizio fisico regolarmente o mangiare cibi sani. Tuttavia, le abitudini negative possono diventare una vera sfida per la nostra salute e il nostro benessere, come il fumo, l’eccesso di alcol o l’uso di droghe.

Per cambiare un’abitudine, è importante comprendere come funziona il nostro cervello e lavorare per riscrivere il programma di quella particolare abitudine. Ciò richiede tempo, impegno e pazienza, ma può essere fatto con successo.

In sintesi, la forza delle abitudini sta nel loro potere di automatizzare i nostri comportamenti. Se le nostre abitudini sono salutari, possono portare a un miglioramento del nostro benessere, ma se sono negative, possono diventare una vera sfida per la nostra salute e il nostro benessere. Cambiare le abitudini richiede tempo e impegno, ma è possibile e può portare a grandi benefici per la nostra vita.

La forza della consapevolezza

La consapevolezza, o mindfulness, è la pratica di prestare attenzione al momento presente in modo intenzionale e senza giudizio. La forza della consapevolezza sta nel fatto che ci permette di essere presenti e consapevoli delle nostre esperienze, emozioni e pensieri, senza giudicarli o reagire automaticamente ad essi.

La consapevolezza può aiutarci a gestire meglio lo stress e l’ansia, a migliorare la nostra concentrazione e a promuovere un senso di benessere generale. Ciò è possibile perché la pratica della consapevolezza ci aiuta a diventare più consapevoli delle nostre risposte automatiche alle esperienze di vita, come lo stress o l’ansia, e ci permette di scegliere come reagire invece di agire automaticamente.

Inoltre, la consapevolezza può anche aiutare a promuovere la resilienza emotiva, cioè la capacità di far fronte alle sfide della vita in modo sano e produttivo. Quando siamo consapevoli delle nostre emozioni e dei nostri pensieri, siamo in grado di affrontarli in modo efficace e costruttivo, senza essere sopraffatti da essi.

Infine, la consapevolezza può aiutare a migliorare la qualità della vita in generale, poiché ci consente di apprezzare di più le piccole cose della vita e di vivere il momento presente in modo più completo.

In sintesi, la forza della consapevolezza sta nella sua capacità di aiutarci a gestire lo stress e l’ansia, a migliorare la nostra concentrazione e a promuovere un senso di benessere generale. Inoltre, la pratica della consapevolezza può anche promuovere la resilienza emotiva e migliorare la qualità della vita in generale.

L’informazione è potere e più che mai con il diabete tipo 1

L’informazione è potere perché ci consente di acquisire conoscenze e comprensione su un determinato argomento. Ciò ci consente di prendere decisioni informate, di affrontare le sfide della vita in modo più efficace e di migliorare la nostra vita in generale.

Nel contesto della salute, l’informazione è particolarmente importante. Quando abbiamo informazioni accurate e complete sulla nostra salute, siamo in grado di comprendere meglio i sintomi che sperimentiamo, di sapere quando e come cercare assistenza sanitaria e di prendere decisioni più informate sulla nostra salute.

Inoltre, l’informazione può anche aiutare a prevenire malattie e condizioni indesiderate. Ad esempio, conoscere le cause del diabete e le misure preventive può aiutare a prevenire o ritardare la comparsa della malattia.

Infine, l’informazione può anche contribuire a sensibilizzare le persone su problemi di salute pubblica e a promuovere la salute e il benessere a livello individuale e comunitario. Ad esempio, conoscere i sintomi e le cause della depressione può aiutare a sensibilizzare le persone sull’importanza della salute mentale e a promuovere un accesso più ampio ai servizi di assistenza sanitaria mentale.

In sintesi, l’informazione è potere perché ci consente di acquisire conoscenze e comprensione su un determinato argomento, di prendere decisioni informate e di migliorare la nostra vita in generale. Nella salute, l’informazione può contribuire a prevenire malattie, a sensibilizzare le persone sui problemi di salute pubblica e a promuovere il benessere individuale e comunitario.

Infine diabete tipo 1: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo?

Il diabete tipo 1 è una malattia cronica autoimmune in cui il sistema immunitario attacca e distrugge le cellule beta del pancreas, che producono l’insulina. Senza insulina, il corpo non può utilizzare il glucosio come fonte di energia e i livelli di zucchero nel sangue aumentano, portando a complicazioni a lungo termine come la neuropatia, la retinopatia e la nefropatia.

Non si conosce ancora la causa esatta del diabete tipo 1, ma si pensa che sia una combinazione di fattori genetici e ambientali. La malattia colpisce solitamente i bambini e i giovani adulti, ma può verificarsi a qualsiasi età.

Nel corso degli anni, la gestione del diabete tipo 1 è migliorata notevolmente grazie alla disponibilità di nuove tecnologie come i monitor del glucosio continuo, le pompe per insulina e gli algoritmi di controllo dell’insulina. Ci sono anche nuove terapie in fase di sviluppo, come la terapia con cellule staminali e la terapia genica, che potrebbero offrire opzioni di trattamento ancora migliori.

L’obiettivo attuale nella gestione del diabete tipo 1 è quello di mantenere i livelli di zucchero nel sangue il più vicino possibile alla normale gamma per prevenire le complicanze a lungo termine. Ciò richiede una gestione costante e attenta, compresa l’assunzione di insulina, l’adozione di uno stile di vita sano e l’osservazione di una dieta equilibrata.

In conclusione, il diabete tipo 1 è una malattia cronica che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante ci siano ancora molte sfide nella gestione della malattia, ci sono anche molte speranze per il futuro, poiché la ricerca continua a cercare nuovi modi per migliorare la vita delle persone con diabete tipo 1.