L’uomo fin dalla notte dei tempi per sopravvivere e progredire, evolversi ha imparato ad adattarsi alle condizioni ambientali, pena la sua fine. E ogni piccola cosa richiede sempre uno spirito di adattamento, tra queste sono comprese le malattie, i traumi, le menomazioni e simili, senza un senso di rielaborazione del nostro essere vitali e combattenti nel nostro tempo faremmo ben poca strada, è una delle leggi della vita quindi esserne consapevoli ci rafforza e fa crescere, conoscere e migliorare sempre.
Ecco anche il diabete entro al cento per cento in questa filosofia pratica di vita, e pure io diabetico di lunga leva anagrafica mi rendo conto come ogni giorno è nuovo in sé e fa imparare cose, fatti fino a ieri sconosciuti. Allora vengo al dunque: alcune puntate fa dentro al blog scrivevo sul dove fare i buchetti per controllare la glicemia come per le iniezioni d’insulina l’azione importante da compiere sempre è di ruotare i punti d’impatto, variare le posizioni per non creare durezze e callosità nella superficie epidermica così da rendere il prelievo più semplice e meno fastidioso.
A tal proposito l’argomento andavo proprio a trattarlo un anno fa e in quel mentre descrivevo come le zone alternative da me impiegate per prelevare il sangue e fare la glicemia, oltre ai soliti polpastrelli delle dita delle mani erano: i lobi delle orecchie, sia per la quantità di sangue fornito che per la mancanza di fastidi particolare. Dove invece non mi sono trovato bene è stato nel tentativo di utilizzare gli avambracci per il medesimo scopo. L’ultimo lato del corpo impiegato sono stati i polpastrelli delle dita dei piedi: mentre con l’alluce non ho riscontrato difficoltà con le altre falangi il dolore si è fatto sentire e di conseguenza ho abbandonato la piattaforma, inoltre l’utilizzo di questa parte del corpo richiede una grande attenzione per la sua asepsi, disinfezione attenta onde evitare di incorrere in infezioni.
Ad un anno di distanza cosa è successo di nuovo? Quali altre aree sono state mappate dal novello Livingstone della superficie epidermica che, udite udite, sarei poi io! Or bene come si suol dire e si conviene proprio di recente sono andato oltre a fondo nel cercare luoghi diversi da punzecchiare, e l’esigenza si fa con urgenza sentire poiché recentemente avverto una forte, aumentata sensibilità nei miei polpastrelli, ad esempio quando è un po’ che uso la tastiera del pc o il tablet avverto dolore durante l’azione, da qui il bisogno di non stressare ulteriormente le punte delle dita.
Ecco i risultati portati a casa dall’esploratore diabetico: un primo punto alternativo, da usare con parsimonia, sta nella punta del naso, facile da utilizzare davanti a uno specchio per posizionare la striscia reattiva, ma la parte veramente interessante è costituita dal palmo della mano e in particolare il bordo del taglio dove con poca fatica riesco ad estrarre il sangue senza avvertire alcun dolore. Il must poi è dato dal bordo molle sempre a bordo dell’angolo del pollice, qui l’effetto ed efficacia sono ancora migliori.
Chi cerca trova diceva l’antico adagio ed io trovai: ovvero forse la scoperta dell’acqua calda per quanti leggendo le poche righe del post diranno, c’è arrivato adesso? Invece per gli altri che ancora non ci sono arrivati al bordo potrebbe essere una buona alternativa? Lo spero: per me sì e da qui il piacere di condividerla.