La verità esiste? No a parte una: la polvere, si annida ovunque e comunque, nonostante la perenne battaglia quotidiana per tentare di arginare il fenomeno naturale, noi esseri umani ci troviamo costantemente sopraffatti dall’elemento e perennemente impolverati. Tutto è polvere? Penso proprio di sì: d’altronde polvere eravamo e polvere torneremo, e venendo alla lettura della cronaca quotidiana in questi cinquant’anni di vita mia quanti polveroni ho visto alzarsi e poi calare al suolo.
Consapevole del ruolo centrale e basilare della polvere nel vivere d’ogni giorno come parte integrante di tutti i fenomeni naturali: meteoriti, piogge e altri cataclismi naturali che non sto qui ad elencare per pietà umana e brevità espositiva, facenti parte dell’ordine delle cose, noi abbiamo capito una cosa, dobbiamo conviverci e adattare il “modus vivendi” al contesto, d’altronde quel che fa la differenza nel sopravvivere agli elementi sta nella capacità o meno d’adattamento al mutare delle cose e dell’ambiente terrestre.
Ecco tra i fattori costituenti una buona riuscita delle tenuta e proseguo della vita con e nel diabete risiede proprio nella mia, nostra capacità o meno di adattamento consapevole della malattia accompagnato dall’amore per noi stessi e la vita. Si tratta di elementi fondamentali senza i quali non si va da nessuna parte. La reazioni di fronte a questa riflessione può risultare varia a seconda delle persone: alcuni la possono ritenere banale e ovvia, altri superficiale e lacunosa. Il mio pensiero naturalmente non va a loro che sono già “imparati” o emancipati nella vita, ma a quanti, come me, hanno vissuto o vivono un percorso di vita tortuoso.
Allora scrollarsi di dosso la polvere ha svariati risvolti umani e pratici: come uscire da uno stato di inazione e darsi un mossa ad esempio, o ancora riprendere il timone della propria vita senza grandi e altisonanti pretese ma cercando di riacquisire il controllo e la padronanza del sé e del noi, per ricominciare a vivere ed essere padroni del nostro tempo a occhi aperti affrontando le paure.
Sapete qual è un primo piccolo ma importante segno del nostro cambiamento in positivo nella vita con il diabete, ad esempio? Cominciare la giornata chiedendoci: com’è la glicemia? Dopo non averlo fatto per tanto, troppo tempo, e aprendo l’impolverata custodia del glucometro inseriamo la striscia reattiva e riprendiamo a vedere il valore dello zucchero nel sangue e chiederci perché abbiamo 395 mg/dl?
Non sarà per sempre ma con quel momento di ripresa del controllo abbiamo capito che la strada della vita ha un traguardo comune al quale ci si può arrivare in diversi modi e soprattutto costruendo qualcosa di positivo anziché distruggendo solamente o negando l’evidenza. La polvere c’è come c’è l’aria e allora aprire la finestra al nuovo giorno e fare entrare il sole nella nostra vita è un passo importante da compiere sempre, con o senza il diabete comunque.