Il diabete oltre ad essere una malattia è una sorta di filosofia di vita? Viene da pensarlo per come è presente, poco o tanto, ogni attimo della giornata, tra saluti e salutismi, dimenticanze e assenze, distanze e vicinanze. Una cosa è certa in me: il diabete è non solo azione fisica, motoria, ma necessariamente e indissolubilmente pensiero manifesto tramite la parola che libera e aiuta, se saggia e positiva, a farci star meglio. L’equilibrio tra il male e il bene lo richiede poiché l’uno ha bisogno dell’altro per vivere, senza non siamo, non sono.
Raccolgo e porto a condivisione una riflessione sul pensiero che aiuta a capire meglio come possiamo vivere al meglio la nostra condizione attraverso la tecnica “la terra respira”, ovvero facendoci permeare dalle idee, pensieri e così ridando ossigeno all’atmosfera. Il modo migliore per usare la propria intelligenza di Felipe Dalia. Idealizzare troppo il proprio pensiero corrompe la sua naturalezza per questo motivo è più intelligente farsi ispirare, che in tal senso è un abbandonarsi totalmente con fiducia alle idee della propria natura al contrario della ragione che è come un by – pass senza filtro che non assorbe la purezza delle idee che con ispirazione fanno da perfetto tramite. Possiamo anche dire che l’ignoranza è il tramite migliore, infatti nell’individuo non pensante c’è sempre un posto per una grande idea; dopotutto le belle idee sono proprietà di tutti. Il genio è solo un individuo che è più predisposto per natura ad assorbire tali idee. All’intuito c’è ancora un altro punto a suo favore: che non fa subire il proprio pensiero al contrario di chi usa eccessivamente il ratio. Ogni cosa è pura rappresentazione soggettiva dell’individuo. Per essere dei veri pensatori bisogna solo imparare a vivere la propria visuale senza subirla con convinzione che essa sia la sola giusta per tutti. Solo dopo una simile presa di coscienza possiamo muoverci meglio nel mondo delle idee e per farlo l’unica soluzione è esprimerle con istinto di fiducia! Quando le si inizia a ragionare esse perdono di naturalezza! Il compito dell’uomo infatti è quello di esprimere le sue opinioni non quello di imporre con prepotenza la validità di questa idea perché altrimenti sarebbe un ubi minor cessat intellettuale più che un’apertura di dialogo svolto al venirsi incontro. Le giuste opinioni devono essere necessariamente quelle che mirano ad un progresso umano causando meno danni possibili al proprio ambiente. Il resto è vanità, retorica e prepotenza. Le parole servono a profanare le emozioni per liberarsene e per fare scambiare informazioni tra individui. Il problema è fare comprendere questi nei loro lati profondi è spesso impossibile perché ognuno percependo la propria sensibilità e non avendo voglia di sforzarsi non capisce l’altro, eppure credo che se ci fosse voglia e costanza potrebbe scattare una comprensione profondamente empatica come se venisse uno scambio di informazioni non solo tramite parola ma tramite sensazioni corporee, e questi per qualche attimo possono sentire l’altro per aiutarsi a risolvere a vicenda i propri problemi.
E dai pensieri ai fatti: la settimana scorsa la tenuta del diabete ha tenuto: la media dei valori registrati è stata di 151 mg/dl, ancora un livello ottimale e costante, e in queste ore torna a indossare il sensore glicemico a custodia corporale del codice della strada glicemico.