Cari lettori del blog in questi giorni ho ricevuto un messaggio di posta elettronica da un visitatore di nome Marcello, il cui contenuto desidero condividere e pubblicare oggi, poiché lo spazio di riflessione da esso proposto è molto importante per noi tutti e per guardare avanti e far meglio.
Sono qui a raccogliere riflessioni e cercare di raccontare ciò che sto pensando in questo periodo. Sappiamo che nella nostra generazione che passa dagli anni 80 ai 90 sono leggermente complesse a confronto ai tempi che hanno affrontato i nostri genitori. Non saprei proprio da dove iniziare. Vogliamo parlare di lavoro? Beh penso che tutti sappiamo che stiamo veramente a un livello precario e con un alto tasso di disoccupazione. Vogliamo parlare delle mentalità delle persone di ambi i sessi? Non possiamo far altro che ammette che si sono trasformate e sono state influenzate dalla tecnologia della nostra generazione, ha cambiato il modo di dialogare e di criticare solamente e minimamente in base a un aspetto esteriore di una persona. Ci sono talmente di tante cose che vorrei scrivere che sarebbero infinite. Vogliamo parlare di politica? Una cosa che non concepisco proprio e non riesco ad accettare è la politica che stiamo vivendo. E vero la politica ha sempre giocato sporco, ci sono stati sempre gente che ruba, ma vi sembra giusto che un deputato o un senatore o un qualunque pinco-pallino sale al potere prendere quasi 10.000 al mese e poi i nostri genitori devono sudare e faticare per 700 euro al mese. Io non riesco proprio ad accettarlo. Vogliamo parlare di prestiti o mutui? Non riesco proprio a concepire le persone che si fanno dei debiti di qui sanno esattamente di non poter pagare, se ottieni un prestito, ma sai di non poter pagarlo in tutte le rate perché farlo? A che serve una macchina o una casa o un cellulare se poi crescerà un debito, con gli interessi, sulle spalle della generazione che verrà dopo la nostra. Potrei parlare di tante altre cose ma poi divento troppo puntiglioso, quindi cerco di capovolgere la frittata e dirvi che… siamo sempre e solo noi a decidere del nostro futuro. Potremo andarcene dall’Italia per cercare lavoro al estero e mantenerci e cercare di costruire un futuro ipotetico. Potremo aspettare che la situazioni migliori e vivere di speranze ma questo non e molto soddisfacente come stile di vita specialmente per chi e disoccupato come me. Potremo iniziare ad aprire una qualsiasi attività ma a che servirebbe se attorno a noi chiudono piccole e medie imprese, sarebbe un suicidio già prima di incominciare. Troppi potremo non trovate? Quindi perché non provare a far qualcosa per stimolare questa vita. Fino a ora ho capito una cosa, nella vita passa tutto, restano i ricordi impressi nella mente ma ciò che resterà per sempre e il testo. Si il testo, i libri i manoscritti o un qualsiasi cosa che viene chiamato testo. Leggendolo ciò che ora vedi ti fa immedesimare nello scrittore, ed e proprio questo il mio intento, farvi capire che la nostra generazione sembra perduta ma e sempre una nostra convinzione personale. Noi non vogliamo essere un popolo di spettatori ma un popoli di protagonisti. Allora, e chiudo, è troppo facile e vigliacco farsela con i più deboli e indifesi, aggiungo quelli veri, non i tanti opportunisti che hanno approfittato delle leggi per ottenere prestazioni e benefici economici senza averne diritto alcuno come ancora succede oggi, mai ai malati e poveri veri. E dove si comincia? Garantendo assistenza sanitaria a chi ne ha veramente diritto, a cominciare dalla cancellazione di tanta burocrazia inutile come l’INPS dove per avere accesso ai servizi online per scaricare il CUD di un pensionato si diventa cretini, per arrivare alla ridicola e odiosa querelle delle strisce di sottomarca per i diabetici, o alla negazione di esami di controllo e altre strumentazioni negate per risparmiare sulla pelle delle persone. Ecco è ora di cambiare sì ma per migliorare.