Tra qua e là c’è qualcuno che lo fa di sognare immaginare un’altra realtà e no che non mi rompo perché mi sono già rotto: di cosa? Dell’isola che non c’è. Mi sono rotto del diabete: tra gestione autarchica e integrata mi sto disintegrando neuroni e maroni. Ma no dai non fare così l’isola non c’è ma la si può sempre trovare no?
“E invece c’è, mamma! Io l’ho vista!” Il bambino batté forte il piccolo piede a terra, i pugni stretti, le braccia rigide lungo il corpo magro e scattante, la bocca serrata in una linea ferma.
“Era qui. Ieri. Ci sono salito su e ho raccolto quei frutti tondi e dolci: e c’era un gattino rosso che mi ha fatto le fusa. E ci si arrivava attraverso un ponticello azzurro!”
Laura era preoccupata, taceva e guardava il figlio.
Aveva una fantasia scatenata, vivissima, secondo lei arrivava spesso a confondere realtà e immaginazione, la cosa la metteva in ansia. Il giorno prima era tornato a casa con questa storia nuova: il ponticello azzurro a quell’altezza del fiume, che portava ad un isolotto bellissimo, con gli alberi dai frutti dolci e il gattino rosso. E infatti ora aveva tra le mani una piccola ciotola e una bottiglia di latte, per il gattino, ce l’aveva portata lui a vedere questa meraviglia di isola, ma naturalmente non c’era nulla, solo il fiume che scorreva lento e gorgogliante e molte zanzare.
“Forse si è inabissata, Alberto, torneremo domani, andiamo…” sussurrò Laura.
Ma gli occhi del bambino la trafissero: “Non si è inabissata! Ho fatto una promessa …al gattino rosso: il latte! E aspetterò qui finché non ricompare! Tu vattene… tanto non mi credi…” sentore di pianto e rabbia nelle sue parole.
Laura era incerta, ma anche spaventata e decisa a non lasciarlo solo.
Senza una parola si accoccolò sull’erba, lo abbracciò e disse “Aspettiamo insieme”.
Ed erano bellissimi, una mamma e un bambino, una ciotolina azzurra e una bottiglia di latte, il fiume vecchio che sapeva tante verità e le zanzare che ronzavano e non pungevano, paghe di quella umida aria serale.
Il sole tramontava, una luna pallida e arancione venne a specchiarsi nella corrente, un albero folto dalla riva opposta, mandò la sua ombra sull’acqua che subito apparve come un ponticello azzurrognolo e un gattino rosso, tenero e ronfante, sbucò dal buio e strusciandosi a Alberto ebbe la sua ciotolina di latte.
Rideva Laura e gli occhi di Alberto splendevano e il micino si mise pancia all’aria e inseguì giocando i grilli e una piumetta leggera che il vento spostava e l’ombra di quell’Isola-che-non-c’è era piena di sogni e d’amore in quella notte di luna.
E così anche il dolcissimo diabete scomparve a riva dell’Isola ritrovata grazie al professor Camillo Ricordi e a tutti gli uomini e donne della sua squadra del Diabetes Research Instiute of Miami