Andare o non andare di corpo questo è il problema altro che essere o non essere. Liberarsi e librarsi nell’aria come farfalla anche sol per un istante allieta lo spirto e il corpo: una sfida esistenziale trasversale ad ogni specie naturale. Lo sanno bene i pesci che, per defecare, fanno impiego di tutta la loro forza muscolare “total body”. Ecco ogni giorno accumuliamo esperienza, pietà, pietanze e speranze. Sono soprattutto le pietanze a fare da soma alla somma. Panettone al torrone, carpaccio di pesce spada, cozze gratinate, sformato di crespelle, polpa di cappesante, totani ripieni, sfogliatine radicchio e brie, lenticchiata, faraona farcita, insomma un vasto repertorio di cibarie ci attende ogni giorno, istante dell’anno. Tant’è che non sappiamo più cosa mandare giù per il tubo dell’esofago e allora davanti a noi abbiamo due vie: o cerchiamo sapori e stranezze dal mondo, oppure patatine fritte e birra, e solitamente la vince quest’ultima.
Il movimento baldoria continua saluta dicembre, il mese che dà il via alle danze in tavola e ci aiuta a fare il ballo delle ganasce, quindi attenzione al menisco mandibolare: potrebbe “far crack”.
E’ banale e d’altronde di banalità la vita si fonda nella sua quasi totalità: siamo tutti cortigiani nonostante cerchiamo di mascherare le apparenze. Questo lunedì comincia in modo diverso: un ponte tra i popoli e culture che ci proietta tra valli e piste imbiancate dove vivere le nostre giornate. Il bianco piace. Il mese del bianco comincia e ci piglia.
La certezza, una delle poche nel nostro presente, ci viene data dal calendario: comincia ad approssimarsi la scadenza e fine di un altro anno, poco più di tre settimane. Proprio vero quando la forbice si accorcia il taglio diventa netto. In questo ultimo lasso di tempo di novità ce ne sono ben poche da riportare, tra queste mi attende tra pochi giorni la visita di controllo del diabete: l’apoteosi della routine e noia insita già nella parola stessa. Meglio pensare e fare altro.
Il freddo e il caldo sono spesso degli alibi per rinchiudersi nel proprio baccello esistenziale, io invece la penso e vivo e diversamente: salvo ci siano tormente di neve o estremi termici ogni momento è buono e giusto per muoversi e catturare gli attimi della vita. Muoversi e camminare va e fa bene d’inverno senza alcuna remora e timore.
Sono sempre stato abituato a muovermi, andare a piedi con qualsiasi tempo e stagione, non c’è giustificazione che tenga nel fare il contrario. E a prescindere dal tipo di diabete camminare, muoversi fa bene allo zucchero nel sangue, la glicemia migliora e nel lungo periodo trarremo vantaggio da questi benefici allontanando il rischio di complicanze legate allo scompenso glicemico (iperglicemia/ipoglicemia).
Quindi? Facciamo festa in modo intelligente e non solo oliando lo stomaco ma l’intero nostro corpo: cervello, mente, muscoli e ossa, cercando così di allontanare il tempo che si separa dalla fossa. Agiamo differente fa bene a diabete come a tutto l’occorrente. Una proposta seducente a cui non si può dire di no. Molliamo gli ormeggi e resistenze: partiamo allontanandoci dal divano!