Lavorare da medico: il sistema negli USA è molto diverso da quello italiano, e consiste di un apprendistato seguito da un esame. Qualsiasi ospedale può chiedere alla società di specializzazione di essere abilitata ad avere un ”resident”, cioè aspiranti alla specializzazione. La società concede l’abilitazione a seconda del rango dell’ospedale, ed altre considerazioni. Le richieste di residency da parte di giovani medici sono dettate dal particolare interesse del medico e (soprattutto) dal guadagno che si aspetta: i chirurghi, gli ortopedici, gli anestesisti, i cardiologi guadagnano il doppio dei medici che si specializzano in medicina interna e medicina di famiglia. Eccezzion fatta per gli anatomo patologi, molto ben retribuiti dalle assicurazioni. Il risultato è che c’è concorrenza per i primi e mancanza di interesse per i secondi (la metà delle residencies in medicina interna sono vacanti). Il resident diventa un impiegato dell’ospedale, ha cura diretta dei malati (con responsabilità che aumentano con gli anni) sotto supervisione degli specialisti. E’ pagato un salario molto modesto (sui 40.000 dollari l’anno per 50-60 ore di lavoro settimanali); alla fine del residency (da tre a cinque anni a seconda della specializzazione) il resident diventa “Board eligible”, e deve passare un esame molto difficile per diventare “Board certified” (può fare l’esame tre volte e perde la qualifica di board eligible dopo un certo numero di anni). Lo specialista deve poi ripetere l’esame ogni dieci anni.
I medici sono operatori sanitari che operano in ospedali, uffici e altri ambienti sanitari. Ci sono vari tipi di medici, alcuni lavorano direttamente con i pazienti, altri operano come diagnostici e si occupano di leggere ed interpretare le radiografie. Altri dottori, invece, lavorano esclusivamente per gli amministratori in ambienti sanitari. Il processo per diventare un medico è difficile perché richiede anni di scuola, sotto la supervisione di altri dottori e molta esperienza di lavoro, questo non solo in Italia ma anche negli altri paesi del mondo come l’America.
Tradotto in pratica al di là sei sistemi diversi – Italia con un servizio sanitario a gestione governativa e pubblica – USA con una organizzazione sanitaria in mano a enti religiosi e società di capitali – il fattore dominante finale sta nella rimuneratività della specializzazione: ovvero più è complessa e più paga, il resto passa in secondo piano.
Tant’è che qui, ma pare la situazione sia analoga anche coi cugini inglesi, trovare un medico di famiglia è da molti anni un’impresa titanica e assommata alle distanze chilometriche spesso presenti tra domicilio e sede dell’ambulatorio spesso e volentieri ci si sente per telefono, oppure ci si fa ricoverare in ospedale (se siamo coperti da assicurazione).
E per quanto riguarda le patologie più popolari – diabete in primo luogo – da noi la situazione è sempre più critica per entrambi i tipi della patologia, sia per quanto concerne gli spazi di copertura delle assicurazioni sanitarie (molto variabili) che l’accesso al consulto medico per le ragioni espresse in precedenza.
(2 – fine – con questo articolo concludiamo le due puntate dedicate alle problematiche per l’accesso alla professione medica, il precedente post è stato pubblicato lo scorso 28 dicembre 2015).