Uno studio dell’Università di Southampton utilizzando immagini ad alta risoluzione per creare una “biopsia ossea virtuale” ha gettato nuova luce sul perché le persone con diabete di tipo 2 sono a rischio di fratture ossee.
I ricercatori del Lifecourse Epidemiology Unit del Medical Research Council, Università di Southampton, hanno impiegato una tomografia computerizzata quantitativa (HR pQCT) ad alta risoluzione periferica per valutare la struttura ossea e resistenza a livello microstrutturale nei pazienti che convivono con la patologia.
Le immagini hanno mostrato che le persone con diabete di tipo 2 hanno difetti strutturali all’interno delle loro ossa, che potrebbero indebolirle e in qualche modo a spiegare i tassi maggiori di frattura trovati in anziani, uomini e donne con la malattia.
Il capo ricercatore Dr Mark Edwards, docente clinico presso l’Università di Southampton, ha commentato: “Questa è una scoperta molto interessante con una tecnica molto diffusa. Abbiamo notato da tempo che le persone con diabete di tipo 2 sono a rischio di fratture, ma non siamo stati in grado di spiegare completamente il perché.
“Questa nuova tecnica di imaging è stata in grado di identificare che il componente corticale dell’osso – il bordo esterno dell’osso – tende a mostrare maggiore porosità in quelli con diabete di tipo 2 rispetto a coloro senza la presenza della patologia. Possiamo ora vedere dove c’è un deficit specifico all’interno dell’osso, che può aiutare i medici a sviluppare terapie adeguate per prevenire future fratture “.
Lo studio, che viene pubblicato in Calcified Tissue International, ha analizzato la scansione di un gruppo di 177 uomini e 155 donne, che facevano parte della Hertfordshire Cohort Study. La loro età media era di circa 76 anni al momento dello studio.
Il professor Cyrus Cooper, direttore della MRC Epidemiology Unit Lifecourse, Università di Southampton, ha commentato: “Questa ricerca mette in evidenza un importante collegamento tra il diabete e l’osteoporosi, e identifica un deficit selettivo dello sviluppo scheletrico, che porta a rischio di frattura in eccesso in questo disturbo sempre più frequentemente. Dimostra anche che le influenze ambientali durante i periodi critici dello sviluppo precoce potrebbe portare a diversi disturbi non trasmissibili comuni nelle popolazioni occidentali.”