Siamo vite parallele che scorrono sul reale e il virtuali guardandosi senza cogliere mai l’essenza presente tra noi e il vetro.
Ogni giorno è un giorno nuovo che punta sempre a mirare verso un giorno futuro. Viviamo in un mondo in cui il problema che è frequentemente posto è il futuro in tutte le sue sfaccettature.
In un mondo che procede velocemente verso orizzonti sempre più informatizzati e ciò che ci si chiede è quale funzione possa assumere una cultura umanistica in questo futuro.
Credo che una storia che ha una durata di millenni, considerando il patrimonio valoriale portato appresso, sia giunta a destinazione, la cultura umanistica non suscita alcun interesse dal mondo giovanile che è sostanzialmente preso da un altro tipo di cultura, e tale forma medesima che ha segnato la nostra civiltà è stata impacchettata, messa in una scatola e deposta in soffitta.
Non ci si pone, invece, il problema del perché di tutto questo.
Il problema consiste essenzialmente nel modo in cui quest’ultima viene trasmessa alle generazioni, una modalità che cambia a seconda del mondo in cui viviamo che va sempre avanzando. La cultura umanistica è sempre lì, bisogna solo trovare la giusta strategia per trasmetterla.
L’aumento del disinteressamento più totale dei giovani verso le materie umanistiche è il risultato direttamente proporzionale alla perdita di valore che esse hanno nella società contemporanea.
La nostra società tende a sottolineare determinati aspetti tralasciandone altri che forse hanno più valore.
Si parla di temere che i valori della cultura umanistica scompaiano ma non si parla di una società che tende a massificare le conoscenze. Un’altra caratteristica fondamentale di questo tipo di società è l’assenza di opinione da parte dell’individuo. Anche in questo blog, che per sua stessa definizione è un aggregatore sociale, nessuno commenta.
L’opinione del singolo che si unifica con quella pubblica, ma non si tratta di una vera e propria unità ma di una perdita nello sviluppare una propria opinione. A tal proposito l’individuo si adatta con il pensiero, con l’idea corrente.
È sempre più complesso mantenere salde le proprie convinzioni e il proprio pensiero di fronte a un panorama in cui la libertà vi è dominata da una classe dominante tale da poter definire il singolo democraticamente non libero.
Probabilmente è il sistema che non sistema, le generazioni sono prese da altro, dove non è importante quello che è accaduto ma quello che sta per accadere, dove il futuro è guardato da lontano e il presente stretto nelle mani.
I giovani amano le narrazioni, sono ancora capaci di appassionarsi, amano leggere testi che sono diversi da quelli passati, sanno cogliere la profondità delle cosa. I giovani sanno… è il contesto ad essere sbagliato.