C’era una volta un bambino che raccontava le favole e riusciva a volare lontano sulle ali della fantasia, alla ricerca di regni incantati e bellissimi colori con i quali tingere il suo mondo reale. E, grazie alla fantasia, dolce compagna di sempre, riusciva ad immergersi completamente nelle fiabe che leggeva e, mentre il suo sguardo si univa all’orizzonte, i suoi sogni diventavano luce ed incontravano la realtà, rendendola luminosa e colorata. Con i suoi modellini fatti di cavalieri e soldati, pupazzi colorati, diventava ora un condottiero, uno scienziato e con gli amici si divertiva ad inventare cose sempre nuove e ad immaginare come sarebbe stato il mondo dei grandi. Non conosceva né malizia né cattiveria ed era fermamente convinto che, se si fosse comportato bene, di conseguenza la vita avrebbe fatto lo stesso con lui. Ma non fu così e ben presto scoprì che quel mondo pieno di amore, magie e colori non era l’unico ad esistere e che la realtà degli adulti era molto diversa e spesso si celava dietro la facciata della gentilezza e del sorriso per nascondere la cattiveria ed il male, di cui lui era già portatore fin dalla nascita con il diabete tipo 1.
E proprio il male riuscì a ferirlo nella sua parte più profonda, perché era ancora incapace di difendersi. Ben presto lunghe ombre iniziarono ad oscurare i suoi pensieri facendoli diventare seri e pesanti, a volte insostenibili per l’esile corpo di un fanciullo. Ma riuscì comunque a combattere ciò che si originava dalle sue paure e scoprì che dentro di lui esisteva una parte, invisibile da fuori, che nei momenti più brutti era in grado di sollevarlo dai brutti pensieri. Era una forza speciale che, insieme alla sua fantasia, riusciva a materializzare i bellissimi raggi di sole dell’estate nell’inverno che aveva travolto la sua vita, riscaldandole il cuore. Per questo si sentiva speciale e continuò a credere nell’amore, anche quando intorno a lui poche persone erano capaci di farlo. Imparò così a perdonare ed a rialzarsi da solo.
Quel bambino esiste ancora malgrado le ferite ed il male e si nasconde nel cuore di un uomo. Continua a cantare l’amore perché è convinto che sia l’unico modo per vincere il dolore. Spesso ricorda all’uomo maturo che è adesso che i sogni possono incontrare la realtà e incoraggia a comportarsi sempre bene, come le dicevano i genitori, perché le fatiche di oggi saranno il bene di domani. E nei momenti più bui, quando si sente tanto fragile pensando alla propria vita, esce fuori dal suo nascondiglio insieme alla valigia dei sogni e della fantasia donandole tante belle parole per comporre ciò che le dice la sua parte più profonda, l’anima. Solo così riesce di nuovo a colorare l’aria con quel suo sorriso ingenuo e luminoso e a cambiare i colori alla sua giornata.
Con questo racconto autobiografico vi ringrazio per la lettura e attenzione, lascio il passo a Roberto, che torna domani a scrivere assieme agli altri autori. Buona settimana e lunedì!