Un mozzicone di sorrisi ci ha divisi tra riviste patinate, foto satinate e quattro risate su altri che ora ci guardano assorti con volti ingialliti su ricordi raffazzonati in frammenti di lancette appena custoditi dai gemelli appesi ai bordi dell’asola di un polsino della camicia, unica traccia rimasta della domenica appena trascorsa a cavallo di una moto da corsa lungo le strade ondulanti e lo sali e scendi dell’appennino tosco-emiliano, lato petroniano.
Il voltastomaco è un fatto: può accadere come no. Nei giorni scorsi senza storia ne gloria sono rimasto colpito da febbre e bronchite. A tutto rimedio il percorso terapeutico per portarmi alla dissolvenza della convalescenza è stato un classico della via medica a tali contesti: un ciclo completo di antibiotici, due compresse al dì a distanza di 12 ore, coadiuvato da due compresse a pranzo di fermenti lattici.
La descrizione di per sé non è sorprendente per il genere umano di fatta foggia. E finora manco per me lo era, in altri momenti della vita ho dovuto accedere agli antibiotici. Ma questa volta è stato diverso. In questa circostanza il predetto trattamento (Clavulin 875 mg/ 125 mg) mi ha dato fastidiosi effetti secondari piuttosto pesanti, in particolare: nausea, cattiva digestione, capogiri e mal di testa.
Assommato ai precedenti stati una persistente alterazione dei livelli dello zucchero nel sangue che non sono riuscito ad ammansire nonostante l’impiego senza parsimonia di boli correttivi d’insulina, con punte di valori anche superiori ai 400 mg/dl.
Un diabetico sa che in presenza di stati febbrili e influenzali può subire processi di alterazione della glicemia e in questo spazio ho avuto modo di trattare l’argomento diverse volte. La strada si fa più complessa se capita di avere dei problemi con un farmaco solitamente ben tollerato come lo era stato nel passato con gli antibiotici.
Racconto tutta sta storia poiché per la prima volta mi avvarrò di un servizio offerto ai cittadini dall’AIFA (Agenzia del Farmaco): le segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse ai farmaci. Tale passaggio costituisce un’importante fonte di informazioni per le attività di farmacovigilanza, in quanto consente di rilevare i potenziali segnali di allarme relativi all’uso di tutti i farmaci disponibili sul territorio nazionale. La Farmacovigilanza coinvolge a diversi livelli tutta la comunità: pazienti, prescrittori, operatori sanitari, aziende farmaceutiche, istituzioni ed accademia e la segnalazione può essere effettuata non solo dall’operatore sanitario ma anche dai cittadini.
Quando un paziente ha una terapia complessa da gestire, l’interazione dei diversi farmaci sull’organismo è sempre un fattore importante da tenere monitorato, sia come personale sanitario che come assistito.