Il diabete un agglomerato di patologie di diversa causa che prende sempre più la popolazione ma nei fatti a nessuno importa. Vedo di dare una plausibile risposta con questo articolo.
La vita offre poche ma solide certezze:
l’esistenza umana è a tempo ovvero si muore, su come si arriva a morire le strade possono differenziarsi a causa di malattia/e. La morte può avvenire per cause naturali (vecchiaia), per colpo secco (solitamente un accidente cardiovascolare), o per lenta e lunga agonia (nella maggior parte dei casi causa tumori).
La cosa che spaventa una buona quota porta di persone sono i tumori e condizioni patologiche che procurano gravi disabilità e minano l’autonomia e autosufficienza neuro sensomotoria.
E il diabete?
Il diabete non viene percepito come un fattore “invalidante” e che priva della vita e lede, mina l’autosufficienza individuale. Anzi dalla grande massa delle persone è visto come una sorta di malattia buffa, fatta da ciccioni che se la sono voluta cercare.
Non è così, ma fa comodo pensare che stiano in questo modo le cose. E ci sono forti e solide ragioni.
Molti malati pensano o credono che i diabetici siano vittime di un complotto ordito dalle cause farmaceutiche e medici, le prime per fare soldi coi farmaci e dispositivi, i secondi per guadagnare in parcelle, stipendi e mazzette.
Le cose non stanno così
Il mondo diabetico è nel suo insieme, l’anello del sistema e più siamo peggio stiamo. In primo luogo la categoria dei medici endocrinologi e quindi diabetologi è una delle più deboli tra tutte le branche mediche in termini di peso e influenza verso gli investitori finanziari, l’industria e la classe politica. I diabetici sono tra le categorie di malati la più disinteressate e demotivate, almeno in Italia questa è la situazione presente.
Per la ricerca medico scientifica pro diabete, come riportato qui diverse volte, si raccoglie e investe cifre da barzelletta.
A chi fa comodo questa situazione e la incentiva?
Facendo un facile assioma della realtà viene fuori questo semplice schema: la maggior parte dei diabetici campa almeno fino ai 60/70 anni d’età (come non interessa). Il diabete tipo 1 è una realtà marginale che, casi gravi a parte, vive più a lungo di una volta senza tante difficoltà quindi la cosa va bene così. Diabetici tipo 2 va bene se aumentano, nonostante appelli e allarmi vari.
Perché?
Chi ricorda qualcosa della storia umana sa che sino al 1945 nei paesi industrializzati ricavare un pasto era un problema, e le grandi rivoluzioni, rivolte popolari sono nate proprio causa la mancanza di cibo e le carestie dovute da fattori diversi. Un piccolo esempio lo si ha dalle promozioni alimentari dei supermercati di qualsiasi marchio: i prodotti a prezzi popolari e di facile accesso sono e restano sono quelli catalogabili nel novero dei “cibi spazzatura”.
Quindi alle oligarchie che dirigono le principali nazioni, sia a livello politico che economico, fa comodo avere gente satolla, in sovrappeso, obesa, con diabete e altre patologie metaboliche, poiché meglio una maggioranza sedentaria e impegnata a mangiare che persone affamate e pure incazzate.