Sembra facile, ma non è facile, parlare di cose apparentemente descritte sul filo del pensiero in momenti in cui il caldo prende il sopravvento, ma io non mi lamento, in fondo ci sono dentro oppure credo. Le righe scivolano via come artigli sulla pelle, e la scena si apre di stelle, con o senza luce tutto si traduce in versi orlati di colori tenui appena pronunciati ma già trascurati.
Cosa mangi stasera per cena o ti fai l’apericena poi sgranocchi quattro sacchetti di patatine fritte mentre alla tv danno il solito menù estivo elusivo perché chi scotto s’imbocca il riso. Faccio grasso bianco a viso bruno e non resto inumidito dal sentiero amico.
So quello che mi aspetta: la solita metabolica ricetta fatta da una dieta improbabile come il nome che la definisce. La dieta caraibica versus mediterranea o oceanica poco tinta se non nella penna di chi l’ha unta.
Come tradire la fiducia?
Semplicemente basta non farsi più vedere e andare a svernare dove non batte il battiscopa facendo la chiosa di immagini e video senza posa, l’arte vuole infrangere gli schemi, io deflagro gli specchi delle umane vanità e sfregio la supponenza inviando auguri anonimi sotto forma di post improbabili.
Il coma è coma senza aggiunta alcuna.