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Contesto: lo stress da diabete è una potenziale barriera all’autogestione e al controllo glicemico soddisfacente. Un focus strutturato sull’angoscia del diabete che utilizza la scala Aree problematiche nel diabete (PAID) può migliorare la salute delle persone con diabete. Abbiamo progettato lo studio DiaPROM, valutando l’effetto dell’utilizzo del PAID acquisito elettronicamente nella pratica clinica, per ridurre l’angoscia del diabete tra gli adulti con diabete di tipo 1.

Metodi: in questo studio pilota, abbiamo mirato a valutare i punteggi PAID pre e post-intervento e identificando i pazienti con punteggi elevati. Abbiamo assegnato in modo casuale i partecipanti (18-?40 anni) in una clinica ambulatoriale a cure standard o a un intervento in cui i medici hanno indirizzato gli individui con un punteggio PAID ?30 o singole problematiche  ?3 (angoscia moderatamente alta) a un minimo di due appuntamenti per infermiere. A seguito di un manuale di comunicazione basato sull’empowerment e sulla teoria dell’autodeterminazione, le aree problematiche segnalate sono state riviste e discusse.

Risultati: Abbiamo reclutato 79 adulti con diabete di tipo 1 (età 27,2 ± 5,0 anni, durata del diabete 13,7 ± 7,0 anni, HbA1c 65,4 ± 14,5 mmol / mol). Nel gruppo di intervento (n = 39), il punteggio PAID basale era 27,7 ± 16,8; 23 (59%) partecipanti si sono qualificati per un follow-up aggiuntivo e 17 (44%) hanno accettato il rinvio, frequentando una media di 2,2 ± 1,1 appuntamenti. Al follow-up di 12 mesi, il punteggio medio del gruppo di intervento (n = 31) era 21,7 ± 14,4 (variazione media 3,7 ± 13,0), con 13 (42%) che riportava un disagio moderatamente alto. Il gruppo di controllo (n = 40) ha ottenuto un punteggio di 24,1 ± 14,3 al basale e 26,2 ± 14,5 a 12 mesi (n = 36), con 19 pazienti rispettivamente (48%) e 20 (56%) che hanno riportato un disagio moderatamente alto. La differenza tra i gruppi a 12 mesi era 5,5 (IC al 95% 0,25, 10,7).

Conclusione: la metà dei partecipanti ha riportato livelli di stress da diabete che possono beneficiare di ulteriori follow-up, il che ha conseguenze per ridimensionare un futuro RCT. Sebbene lo studio non sia stato potenziato per stimare gli effetti dell’intervento, abbiamo identificato una promettente riduzione del punteggio PAID nel gruppo di intervento che non è stato osservato per i controlli. 

Autori: INGVILD HERNAR , MARIT GRAUE, DAVID RICHARDS, RAGNHILD B. STRANDBERG, KARIANNE F. LØVAAS, TONE VONHEIM MADSEN, GRETHE S. TELL, ANNE HAUGSTVEDT, Exeter, Regno Unito , Bergen, Norvegia