Perché ci si vergogna di avere il diabete?
Ci possono essere molte ragioni per cui qualcuno potrebbe vergognarsi di avere il diabete. Alcune persone potrebbero sentirsi in colpa perché pensano di aver causato la loro malattia a causa di scelte di vita poco salutari, mentre altri potrebbero sentirsi giudicati dalla società per la loro malattia. Inoltre, la gestione del diabete può richiedere una grande quantità di tempo e sforzo, il che potrebbe causare stress e frustrazione. È importante ricordare che il diabete non è una malattia che può essere evitata o controllata completamente dalla volontà personale, e non c’è niente di cui vergognarsi.
Come si contrasta lo stigma
Ci sono diverse strategie per contrastare lo stigma associato al diabete e ad altre malattie croniche:
- Educazione: informare la popolazione sui fatti del diabete e su come viene gestito può aiutare a ridurre le idee sbagliate e i pregiudizi.
- Campagne di sensibilizzazione: promuovono la comprensione e la tolleranza nei confronti delle persone con diabete e incoraggiano l’inclusione sociale.
- Supporto psicologico: fornire supporto psicologico alle persone con diabete può aiutare a gestire i sentimenti di vergogna e colpa e migliorare la qualità della vita.
- Supporto alle associazioni di pazienti: incoraggiare le persone a unirsi a gruppi di supporto e associazioni di pazienti può aiutare a sentirsi meno isolate e avere una maggiore consapevolezza dei loro diritti.
- Modelli di ruolo: incoraggiare le persone con diabete a condividere le loro storie e a diventare modelli di ruolo può aiutare a rompere lo stigma e a ispirare gli altri a gestire la loro malattia con coraggio e determinazione.
L’autostigma influisce sul controllo della glicemia nelle persone con diabete di tipo 1?
Sì, l’autostigma, cioè la vergogna e il senso di colpa che una persona può provare per avere una malattia cronica come il diabete di tipo 1, può influire negativamente sul controllo della glicemia. L’autostigma può portare a una mancanza di aderenza alle cure, come non seguire una dieta appropriata, non fare esercizio fisico regolare, non monitorare la glicemia e non assumere i farmaci prescritti. Inoltre, l’autostigma può anche aumentare il rischio di depressione e ansia, che possono a loro volta influire negativamente sul controllo della glicemia.
E’ importante che le persone con diabete di tipo 1 ricevano supporto psicologico per gestire l’autostigma e che siano incoraggiate a parlare dei loro sentimenti con il proprio medico curante, un dietologo, un educatore sanitario o uno psicologo. Questi professionisti possono aiutare a identificare e gestire i fattori psicologici che possono influire sul controllo della glicemia e migliorare la qualità della vita delle persone con diabete di tipo 1.
A tal proposito una recente ricerca condotta in Giappone ha qualcosa da dirci
Gli individui con condizioni mediche croniche possono sperimentare auto-stigma o convinzioni negative, reazioni emotive e comportamenti nei confronti di se stessi a causa della loro malattia. Una nuova ricerca pubblicata sul Journal of Diabetes Investigation ha trovato un legame tra l’auto-stigma e l’emoglobina glicata (HbA1c), un marker dei livelli di glucosio nel sangue, negli adulti con diabete di tipo 1.
Lo studio ha incluso 109 adulti in Giappone con diabete di tipo 1 che hanno completato questionari che hanno generato punteggi basati su una scala di auto-stigma. Sebbene i risultati supportino un legame tra auto-stigma e HbA1c subottimale, sono necessari ulteriori studi per dimostrare se si tratta di una relazione causale.
“Ci siamo concentrati su questo problema attraverso esperienze cliniche con persone con diabete di tipo 1, la cui gestione glicemica è migliorata notevolmente grazie ai supporti sociali per eliminare lo stigma correlato al diabete. Sebbene la scoperta di un’associazione tra auto-stigma e HbA1c sia significativa, sono necessarie ulteriori ricerche longitudinali per determinare se l’auto-stigma porti a un’HbA1c sub-ottimale”, ha detto l’autore corrispondente Yukiko Onishi MD, PhD, dell’Institute of Medical Science, Asahi Life Foundation, a Tokyo. “Questa ricerca supporta ed evidenzia l’importanza di eliminare l’auto-stigma quando si trattano persone con diabete di tipo 1”.