Ricercatori del NIH identificano una proteina in grado di invertire la cataratta, aprendo nuove possibilità di trattamento non invasivo

Meta descrizione: I ricercatori del National Institutes of Health (NIH) hanno identificato una proteina in grado di invertire la cataratta negli animali, aprendo la strada a trattamenti non invasivi per una delle principali cause di cecità nel mondo.


Un potenziale trattamento non chirurgico per la cataratta: scoperta rivoluzionaria del NIH

Una nuova scoperta scientifica potrebbe rivoluzionare il trattamento della cataratta, una delle principali cause di cecità a livello globale. Un team di ricercatori del National Institutes of Health (NIH) ha identificato una proteina, chiamata RNF114, che potrebbe essere la chiave per invertire la cataratta senza la necessità di un intervento chirurgico. I risultati, ottenuti in studi su animali, sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Investigation e segnano un importante passo avanti nella lotta contro questa condizione oftalmica.

La sfida della cataratta

La cataratta si sviluppa quando il cristallino dell’occhio, che ha il compito di focalizzare la luce sulla retina, diventa opaco a causa del ripiegamento errato delle proteine. Questo disturbo è particolarmente comune con l’invecchiamento e rappresenta una delle principali cause di perdita della vista in tutto il mondo. Attualmente, l’unica soluzione definitiva per la cataratta è l’intervento chirurgico, ma questo approccio non è sempre accessibile, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove la mancanza di strutture e risorse mediche adeguate limita le possibilità di trattamento.

Il ruolo della proteina RNF114

La ricerca condotta dai team del NIH e dei loro collaboratori si è concentrata sulla proteina RNF114, che sembra avere la capacità di innescare la degradazione delle proteine mal ripiegate nel cristallino, invertendo così la formazione della cataratta. Lo studio è stato condotto su due modelli animali: lo scoiattolo di terra a 13 linee, un mammifero ibernante, e i ratti.

Lo scoiattolo di terra è stato scelto perché, durante il letargo, le sue lenti diventano opache a basse temperature, per poi tornare trasparenti al riscaldamento. Al contrario, i ratti, che non ibernano, sviluppano cataratte in condizioni di freddo, che però non si risolvono con il riscaldamento. Questo fenomeno ha portato i ricercatori a esplorare la possibile connessione tra la proteina RNF114 e la capacità di risolvere la cataratta in modo naturale.

Il meccanismo della cataratta reversibile

La cataratta negli scoiattoli di terra si forma come risposta allo stress da freddo durante il letargo. Tuttavia, ciò che ha sorpreso i ricercatori è stata la capacità delle lenti di questi animali di ripristinare la loro trasparenza al ritorno a temperature normali. Lo studio ha identificato la proteina RNF114 come un elemento chiave di questo processo. Questa proteina, parte del sistema ubiquitina-proteasoma, svolge un ruolo cruciale nella degradazione delle proteine danneggiate o mal ripiegate.

I ricercatori hanno quindi replicato questo meccanismo in laboratorio, trattando lenti di ratti non ibernanti con RNF114 e osservando come la cataratta si risolvesse rapidamente una volta riscaldate le lenti. Questi risultati suggeriscono che la RNF114 potrebbe essere utilizzata per sviluppare un farmaco in grado di eliminare la cataratta senza ricorrere alla chirurgia, aprendo la strada a trattamenti non invasivi.

Implicazioni future

I risultati dello studio sono promettenti, ma sono necessari ulteriori test per comprendere appieno il funzionamento della proteina RNF114 e come essa possa essere utilizzata efficacemente negli esseri umani. Gli scienziati ritengono che la regolazione della degradazione proteica sia un fattore cruciale non solo nella cataratta, ma anche in molte malattie neurodegenerative. Il prossimo passo sarà perfezionare il processo per stimolare la degradazione specifica delle proteine coinvolte nella formazione della cataratta, al fine di sviluppare un trattamento mirato e sicuro.

Secondo il dottor Wei Li, co-autore principale dello studio e ricercatore senior presso il National Eye Institute (NEI) del NIH, “queste scoperte sono una prova di principio che è possibile indurre la rimozione della cataratta in modo non invasivo negli animali. Con ulteriori ricerche, potremmo essere in grado di sviluppare una terapia farmacologica per la cataratta negli esseri umani”.

Verso una nuova era nella cura della cataratta

Se la proteina RNF114 dovesse dimostrarsi efficace anche negli esseri umani, il suo impatto potrebbe essere straordinario, specialmente per quelle popolazioni che non hanno accesso alle moderne tecniche chirurgiche per la cura della cataratta. Nei Paesi in via di sviluppo, la cataratta non trattata è una delle principali cause di cecità. Un trattamento farmacologico non invasivo potrebbe migliorare drasticamente la qualità della vita di milioni di persone.

Inoltre, questa scoperta apre nuove strade nella comprensione del ruolo del sistema ubiquitina-proteasoma non solo nelle malattie oculari, ma anche in altre patologie legate all’invecchiamento. La possibilità di regolare la stabilità e il turnover delle proteine potrebbe avere implicazioni in settori della medicina che vanno ben oltre la cura della cataratta.

Conclusioni

La scoperta del potenziale trattamento della cataratta tramite la proteina RNF114 rappresenta un importante progresso nel campo della ricerca medica. Se questi risultati preliminari saranno confermati negli studi clinici, potrebbe nascere una nuova era nella gestione delle malattie oculari legate all’età. La prospettiva di un trattamento non invasivo per la cataratta potrebbe migliorare la vita di milioni di persone in tutto il mondo, eliminando uno degli ostacoli più comuni alla vista sana.

Con il continuo progresso della ricerca, è possibile che in futuro la chirurgia per la cataratta possa diventare una soluzione secondaria, sostituita da trattamenti farmacologici più sicuri e accessibili.

Riferimento

Yang H, Ping X, Zhou J, Ailifeire H, Wu J, Nicolas-Nada F, Miyagishima KJ, Bao J, Huang Y, Cui Y, Xing X, Wang S, Yao K, Li W, Shentu X. “L’opacità reversibile del cristallino indotta dal freddo in un ibernatore rivela un bersaglio molecolare per il trattamento della cataratta”. Pubblicato online il 17 settembre 2024 in JCI.  doi: 10.1172/JCI169666

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.