Siglato in Senato un “Action Paper” per affrontare le disuguaglianze regionali nella gestione del diabete, con l’obiettivo di migliorare l’accesso alle innovazioni tecnologiche e garantire percorsi terapeutici personalizzati.

Introduzione

Con 3,9 milioni di italiani conviventi con il diabete e un costo annuale di circa 14 miliardi di euro, questa patologia rappresenta una delle maggiori sfide per la salute pubblica. Durante un incontro al Senato della Repubblica, esperti, istituzioni e associazioni hanno firmato un “Action Paper per la gestione ottimale della malattia diabetica”, una roadmap per garantire un accesso equo e sostenibile alle tecnologie più avanzate. La disomogeneità regionale è una barriera significativa: risiedere in una regione piuttosto che in un’altra può determinare differenze sostanziali nella qualità delle cure disponibili.


La sfida dell’equità nell’accesso alle tecnologie

Le tecnologie innovative, come i sistemi di monitoraggio continuo della glicemia, hanno rivoluzionato la gestione del diabete, consentendo un controllo glicemico più accurato e una personalizzazione delle terapie. Tuttavia, in molte regioni italiane, l’accesso a questi strumenti è limitato o inesistente. Questo crea una disparità inaccettabile, considerando che il diabete richiede un monitoraggio costante per prevenire complicanze gravi, come retinopatia, malattie cardiovascolari e renali.

Secondo Stefano Nervo, Presidente di Diabete Italia, “oggi è fondamentale che le istituzioni adottino soluzioni che permettano a tutte le innovazioni presenti e future di essere rapidamente disponibili per pazienti e clinici.” Le differenze tra i 21 sistemi sanitari regionali italiani evidenziano la necessità di un coordinamento centrale che superi queste barriere.


I punti chiave del “Action Paper”

L’Action Paper individua alcune priorità fondamentali:

  1. Aggiornamento costante delle linee guida regionali: le regioni devono allinearsi tempestivamente alle nuove tecnologie per garantire uniformità nell’accesso.
  2. Procurement innovativo: modelli di acquisto basati sui fabbisogni reali, capaci di includere tecnologie avanzate e lasciare ai clinici la scelta del dispositivo più appropriato.
  3. Rappresentanza delle associazioni pazienti: coinvolgere pazienti e società scientifiche nei tavoli tecnici per integrare competenze tecniche ed esperienze dirette.
  4. Formazione per i pazienti: percorsi educativi per favorire un utilizzo consapevole delle tecnologie disponibili.
  5. Equità di accesso: eliminare le disuguaglianze regionali garantendo un modello di gestione uniforme a livello nazionale.

L’impatto economico del diabete

Il diabete non pesa solo sulla salute delle persone, ma rappresenta anche un onere significativo per il sistema sanitario nazionale. Circa il 50% dei 14 miliardi di euro annui spesi è attribuibile ai ricoveri ospedalieri, molti dei quali potrebbero essere evitati con una gestione efficace e preventiva. Ad esempio, le ipoglicemie severe, che spesso richiedono accessi al pronto soccorso, costano oltre 50 milioni di euro all’anno.

La Senatrice Tilde Minasi sottolinea come “un buon controllo glicemico riduca ospedalizzazioni e complicanze a lungo termine”, evidenziando la necessità di rendere accessibili tecnologie costo-efficaci su tutto il territorio nazionale.


Monitoraggio e prevenzione: il ruolo della tecnologia

L’innovazione tecnologica ha permesso progressi significativi, ma questi devono essere accompagnati da un’educazione all’uso dei dispositivi. Secondo Riccardo Candido, Presidente Nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi, “i device per il monitoraggio continuo della glicemia sono fondamentali per personalizzare la terapia e prevenire complicanze, ma il loro utilizzo deve essere omogeneo e supportato da una formazione adeguata.”

Parallelamente, la legge 130/2023 ha introdotto uno screening nazionale per individuare precocemente il rischio di diabete tipo 1 nei bambini. I primi dati mostrano un’incidenza del rischio tre volte superiore rispetto a quanto precedentemente stimato, rendendo essenziale il monitoraggio continuo per una prevenzione efficace.


Prospettive future

Le proiezioni Istat indicano che entro il 2040 il diabete potrebbe colpire il 10% della popolazione italiana. Questo aumento sottolinea l’urgenza di interventi mirati, come quelli delineati dall’Action Paper, per evitare che il sistema sanitario nazionale sia ulteriormente sovraccaricato.

Stefano Nervo conclude: “Solo un approccio coordinato e l’adozione di gare aperte e multilotto consentiranno di garantire a tutti i pazienti l’accesso alle migliori tecnologie disponibili.”


Conclusione

Il diabete è una priorità di salute pubblica che richiede interventi tempestivi, coordinati e inclusivi. L’Action Paper firmato in Senato rappresenta un primo passo cruciale per garantire un futuro in cui ogni persona con diabete, indipendentemente dalla regione in cui vive, possa accedere a cure e tecnologie all’avanguardia. Ma perché questo diventi realtà, è necessaria la collaborazione tra istituzioni, società scientifiche e associazioni pazienti, con l’obiettivo comune di migliorare la qualità della vita e ridurre le disuguaglianze nel nostro Paese.

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