I ricercatori del Centro tedesco per la ricerca sul diabete (DZD) hanno presentato dati che mostrano come il gene della longevità Indy (mINDY) è coinvolto nella regolazione della pressione sanguigna nell’analisi del Journal of Clinical Investigation (JCI). È stato dimostrato che la ridotta espressione di mINDY, che è nota per prolungare la durata della vita negli organismi inferiori e per prevenire l’obesità indotta dalla dieta, il fegato grasso e la resistenza all’insulina nei topi, ha ora dimostrato di abbassare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca nei roditori. Gli autori hanno fornito intuizioni meccanicistiche per il meccanismo fisiologico sottostante sulla base di dati in vivo in un modello di knock out genetico, nonché studi su microarray e in vitro. Inoltre, l’ipotesi è supportata dalla conferma di effetti critici in vitro utilizzando una piccola molecola inibitrice di mINDY. Gli autori concludono che la delezione di mIndy ricapitola le risposte cardiovascolari e metaboliche benefiche alla restrizione calorica, rendendola un bersaglio terapeutico attraente.
Andreas Birkenfeld e colleghi forniscono uno studio completo che mostra che la lieve delezione attenua il supporto simpato-surrenalico della pressione sanguigna e riduce la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca in un semplice modello knockout. La pressione sanguigna è stata valutata in modo invasivo utilizzando sonde per la pressione intra-arteriosa per diversi giorni. L’analisi urinaria per le catecolamine e le metanefrine, nonché l’analisi trascrittomica imparziale delle ghiandole surrenali, hanno identificato le vie biosintetiche interessate. Infatti, la biosintesi delle catecolamine è stata attenuata nelle ghiandole surrenali mINDY-KO, mentre gli steroidi plasmatici e la sintesi degli ormoni steroidei non sono stati influenzati.
Studi in vitro su una linea cellulare surrenale hanno supportato questa ipotesi. I codici mIndy per a è una proteina trasportatrice degli acidi carbossilici espressa nella membrana plasmatica. Il citrato, il principale substrato del trasportatore mINDY, ha aumentato il contenuto di catecolamine, mentre l’inibizione farmacologica di mINDY da parte di una piccola molecola inibitrice ha attenuato l’effetto.
Lo studio ha fornito ulteriori approfondimenti sui meccanismi fisiologici degli effetti benefici della riduzione dell’attività di mINDY, che è nota per proteggere dalle malattie metaboliche indotte dalla dieta e dall’invecchiamento mediante meccanismi simili alla restrizione calorica. Pertanto, i dati hanno mostrato un nuovo meccanismo che contribuisce a un cross talk cardiometabolico e supporta ulteriormente mINDY come obiettivo promettente per l’intero spettro dei componenti della sindrome metabolica, incluso l’aumento della pressione sanguigna.