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Le ore per il diabete non sono tutte uguali: la prima volta che ho capito cosa significava questa osservazione ebbi modo di constatarlo nel 1980; allora facevo da tester per il primo microinfusore messo in circolazione e all’età di 19 anni, con 16 vissuti da diabetico, avevo perennemente il problema del cosiddetto effetto “alba” ovvero l’iperglicemia del risveglio mattutino, cercai di ragionare dove stava il punto critico e senza leggere ne scrivere ma facendo i controlli della glicemia tra le undici e la mezzanotte arrivai a capire che in quella fascia oraria avveniva il rimbalzo verso l’alto e di conseguenza facevo una correzione di bolo di due unità così da portare il tasso di zucchero nel sangue alla normalità al mattino. Il solo peccato era dovuto al fatto che lo strumento essendo il primo aveva tutti i difetti di portabilità precaria e il fastidio poi diventato dolore di tener conficcato sempre un ago sotto cute, ma questo è un altro discorso. Altra fascia oraria di interesse per il diabetico va dalle 18 alle 20 circa, in questo lasso di tempo l’insulina basale, o a lungo raggio temporale, può dare qualche crepa ed esserci un effetto rimbalzo prima di cena ed in questo caso se il fenomeno perdura nel tempo si può ricorrere ad una miscelata: io ad esempio facevo impiego della Novomix 70 prima di pranzo con cui sono riuscito per un buon periodo di tempo a governare la stabilità della glicemia. La conclusione di questa riflessione fa dire che è importante osservare l’andamento del diabete e capirne i punti critici per poi trovare la pezza da mettere e quindi rimediare alla situazione, anche se poi l’intervento insulinico deve essere accompagnato da uno stile di vita quotidiano adeguato.