Oggi partecipo all’evento emiliano-romagnolo denominato: “Diamo scacco al diabete” che si tiene a Ferrara nella piazzetta del municipio, un’iniziativa promossa dalla Fe.D.E.R. Alias Federazione Diabete Emilia-Romagna, un primo network di associazioni della mia regione, con l’obiettivo di conoscere la patologia e affrontarla serenamente. Conto di dare un resoconto della giornata nei prossimi giorni, nella speranza che avvenimenti del genere possano rappresentare un’occasione proficua di aggregazione per stimolare una reazione attiva e costruttiva verso il diabete, come fattore che va oltre il campo della salute ed investe ormai tutti i versanti del nostro tempo e società: basta pensare ai costi sociali e educativi, nonché l’impatto sul versante economico.

 

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Il diabete può fare incazzare, ma anche mettere il buon umore e nel caso di oggi l’ilarità diventa globale. Narra la leggenda che in un paese economicamente avanzato e ben strutturato i suoi cittadini, grazie all’arrivo delle reti informatiche ed a internet, potevano godere di servizi sempre più all’avanguardia. Infatti grazie alle nuove tecnologie un diabetico che presentava domanda per avere riconosciuta l’invalidità o altre diritti simili, aspettava 152 giorni lavorativi rispetto ai novanta di prima, perché? Risposta: due enti impegnati nella gestione del trattamento dei dati e delle procedure hanno sistemi informatici che non dialogano tra loro e quindi i passaggi tra gli stessi avvengono a mano. Inoltre prima si pagava al medico 30 euro per farsi rilasciare un certificato apposito da presentare assieme alla domanda ed oggi lo stesso costa al richiedente 50 euro, con trasmissione telematica della richiesta che però poi deve essere inoltrata da patronati sindacali e associazioni di categoria per avviare l’iter. Da questa breve descrizione si evince come la risata è assicurata grazie ai semplificatori e riformatori in capo a quel bel paese. La leggenda del cittadino errante prosegue e proseguirà ancora per un po’ credo