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Alla ricerca di informazioni riguardanti il diabete nelle sue varie forme e manifestazioni ho trovato una notizia molto interessante. Il fatto in sé per fortuna interessa una parte molto minoritaria dei diabetici nel loro complesso; si tratta del piede diabetico nella sua forma degenerativa: la gangrena. Fin’ora una diabete fortemente scompensato e con neuropatia periferica, tra le altre cose può fare da porta d’accesso ad infezioni pericolose. Nel piede la presenza di tagli, ferite e callosità possono favorire l’insorgere di infezioni che portano fino all’amputazione dell’arto, se non trattate in tempo.

Una notizia che lascia ben sperare nella possibilità di salvare il piede hai pazienti diabetici con arto ischemico viene dalla Corea del Sud, dove un uomo di 72 anni con le classiche condizioni presenti nello stadio terminale dell’arto: cambiamento del colore, tessuto necrotico e ferite profonde; non ha subito l’amputazione e salvato l’articolazione tramite l’estrazione di cellule staminali del paziente stesso e loro reinfusione (circa 300 milioni di cellule per piede), da parte dei ricercatori di una società della Corea del Sud, RNL Bio.

All’osservazione degli effetti sull’intervento a dieci giorni di distanza vedevano già una riduzione 70 – 80% del pus e delle ferite nel piede, e dopo 20 giorni si è verificata la scomparsa dei dolori e formicolii dall’arto. Ora è presto, ancora molto presto, per dire che la tecnica è di certa affidabilità e pronta disposizione. Solo un’attenta e marcata fase di prove e ulteriori verifiche ci farà capire se la strada su questo terreno è buona o meno, ma senz’altro i percorsi della ricerca cominciano a dare non solo delle semplici speranze.