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Lavorare, a seconda dei punti di vista, è considerato una necessità, un dovere, un diritto, una eventualità, una fatica, un piacere, un problema, una soluzione, e la filosofia, la tendenza cambia ciclo a seconda delle stagioni evolutive dell’uomo, dell’andare delle tecnologie, economie, conoscenze e culture. La situazione economica del nostro paese da almeno un decennio è in costante declino e il processo di caduta del sistema è quanto mai accelerato nel corso degli ultimi anni. Lavoro: oggi una chimera per una buona parte di giovani e adulti.

A distanza di una decina di giorni dai fatti di Bergamo, che riepilogo per chiarezza: Christian Giambrone, 22 anni di Calcinate, un diploma in meccanica ha superato tutte le selezioni di Poste Italiane. Doveva iniziare a lavorare, con un contratto di tre mesi il prossimo 2 aprile, quando da Poste Italiane è arrivato lo stop: “Non possiamo assumerti: sei diabetico”. Ventidue anni, un diploma in meccanica e tanta buona volontà. Le opportunità di lavoro scarseggiano, ma Christian non si dà per vinto. Invia il suo curriculum a Poste Italiane per un contratto a tempo determinato di tre mesi come portalettere. Compila tutti i documenti, si sottopone a una selezione e sembra fatta. Il prossimo 2 aprile avrebbe dovuto presentarsi per entrare in servizio. Se non fosse che riceve una telefonata che raggela tutte le sue aspettative: “Siamo spiacenti ma non assumiamo diabetici”. E’ vero: Christian è diabetico.”Lo sono dal 2008, sono affetto da diabete tipo 1, ho come un piccolo Mp3 attaccato alla pancia che mi rilascia insulina quando ne ho bisogno, ma il mio medico e il mio diabetologo Roberto Trevisan dell’ospedale Papa Giovanni XXIII hanno certificato che non ho nessun problema a poter svolgere qualsiasi lavoro perché sono in buone condizioni di salute” afferma Christian.

Occorre fare una riflessione molto seria e senza ipocrisie sulla questione di fondo rappresentata dal fatto di cronaca appena citato: sotto il profilo della legislazione nazionale ed internazionale il diabete, sia sotto il profilo del lavoro che assicurativo e antinfortunistico, è annoverata come malattia invalidante con percentuali crescenti in relazione alla presenza di complicanze e al compenso glicemico, valore dell’emoglobina glicata in un determinato arco di tempo.

Fatta la doverosa premessa, per onesta e verità intellettuale, occorre porre una questione che interessa noi diabetici, le famiglie e gioco forza le associazioni di categoria e legislatori: è da cambiare la normativa vigente? Se la risposta è affermativa come? Ad esempio: annullando il riconoscimento dell’invalidità civile e rendendo, sotto il profilo assicurativo legale, un diabetico tipo 1 compensato e senza altri problemi “valido civile”, pertanto in grado di svolgere qualsiasi mansione compreso il portalettere, anche se resta da chiarire oggi come oggi la possibilità o meno di poter condurre mezzi con passeggeri a bordo come: autobus, treni e via di questo tipo.

E’ giunto il momento di fare delle scelte coerenti e in particolar modo portino a un risultato e concreto: offrire reali opportunità di lavoro e crescita professionale a noi diabetici, senza scuse e laccioli ostativi, ecco alla fine la vera questione di fondo.

P.S.: Happy End, finale felice della vicenda spunto dell’odierna riflessione, e piace poter riportare l’esito positivo dopo la sollevazione popolare e dei media circa l’ingiusta azione esercitata verso Christian perché diabetico, riporto per completezza lo stralcio dell’informzione estrapolata dal quotidiano “Bergamo Oggi” con cui le Poste hanno fatto retromarcia e assunto il giovane come portalettere, seppur per tre mesi.

Calcinate, 30 marzo 2013 – Christian Giambrone, il ragazzo di 22 anni di Calcinate che temeva di vedersi negato un posto da portalettere solo perché diabetico e che nei giorni scorsi aveva sollevato il suo caso in una lettera inviata ai giornali, sarà assunto. A partire dal 2 aprile, infatti, lavorerà come applicato nella zona di Trescore Balneario. Per il momento si tratta di un contratto a tempo determinato di tre mesi, sottoscritto con le Poste un paio di giorni fa, quando ormai ogni speranza sembrava svanita. “E’ davvero una bella notizia – commenta Christian – La attendevo con ansia. Sono contento e non vedo l’ora di iniziare a lavorare. Quando me l’hanno comunicato? Giovedì pomeriggio ho ricevuto una telefonata da Poste italiane, che mi annunciava l’assunzione con un contratto a termine. Martedì mattina dovrò dunque presentarmi a Bergamo per un breve corso di formazione, che durerà un paio di giorni, e poi comincerò a fare il portalettere nella zona che mi è stata assegnata, quella di Trescore Balneario”.

A sollevare il caso era stato lo stesso aspirante postino, che aveva poi interessato della vicenda anche l’associazione “Diabete onlus”. Il 22 enne, diplomato in meccanica, è affetto da diabete di tipo 1, ma per i medici è in grado di poter svolgere qualunque lavoro. Tempo fa aveva inviato il proprio curriculum alle Poste per essere assunto con un contratto di tre mesi come portalettere. Christian Giambrone aveva superato anche le selezioni iniziali, ma a sorpresa le Poste gli avevano comunicato di non presentarsi al lavoro perché “non assumevano diabetici”. Del suo caso si era interessata anche la Società italiana di diabetologia, che aveva definito la vicenda come “uno schiaffo per tutta la società”. E Poste italiane, da noi interpellata, si era riservata di approfondire il caso. Ora la buona notizia. “La mia assunzione — aggiunge Christian — è la dimostrazione che anche un diabetico può lavorare, nè più nè meno come qualsiasi altra persona. In queste settimane ho ricevuto telefonate di solidarietà da molta gente che io non conoscevo. L’ultima proprio ieri da parte di un ciclista che corre a livello professionale che aveva letto la mia storia e voleva esprimermi tutta la sua vicinanza. Ripeto, io ora sono contento perché tra qualche giorno potrò iniziare a lavorare, ma allo stesso tempo mi auguro che questa vicenda possa servire ad altre persone che vivono situazioni simili alla mia”.

Un pensiero su “Devi dirmi di sì”
  1. Il problema è quello di cambiare la mentalità di certi ambienti (anche medici) e non credo si possa risolvere ” annullando il riconoscimento dell’invalidità civile e rendendo, sotto il profilo assicurativo legale, un diabetico tipo 1 compensato e senza altri problemi “valido civile”, pertanto in grado di svolgere qualsiasi mansione compreso il portalettere, anche se resta da chiarire oggi come oggi la possibilità o meno di poter condurre mezzi con passeggeri a bordo come: autobus, treni e via di questo tipo.”

    Il problema invalidità non deve essere confuso con l’idoneità al lavoro: l’invalidità del diabete “in sé” (cioè senza complicazioni) è legata anche all’esigenza di riconoscere determinate prestazioni: analisi e visite di controllo, medicinali (insulina e glucagone) e soprattutto i materiali (aghi, penne, strice, glucometri, microinfusori & c) che altrimenti non sarebbero più a carico del SSN.
    L’idoneità al lavoro, accertata dal medico competente, stabilisce la possibilità o meno di svolgere uno specifico lavoro. Nella azienda in cui lavoro ci sono invalidi (diabetici e non) anche oltre il 70% che sono comunque idonei senza limitazioni a lavori anche pesanti o impegnativi (meccanici di officina, addetti raccolta rifiuti ecc)

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