Cerchiamo sempre una spiegazione del perché accade tutto nella vita, con lo scorrere del tempo , e non ce ne facciamo una ragione, ecco la scintilla alla base della ricerca a 360 gradi dell’uomo per trovare le risposte e poi le soluzioni, possibilmente con successo come esito finale per affrontare gli ostacoli, renderli meno difficoltosi e così aiutarsi e aiutare a vivere meglio. E proprio con due degli elementi chiave dell’esistenza umana: l’esplorazione conquista, dominazione del territorio, la cura di sé si è determinata l’evoluzione umana e il suo progredire sociale e intellettuale.
Allora la malattia e la sua cura va letta come sfida e stimolo ad affrontarla? Anziché una risposta, peraltro improbabile e perciò impossibile, meglio prima di tutto fare mente locale su due risvolti della natura umana che sono parti della naturale doppiezza e conflitto di personalità dell’essere uomo: ragione e fanatismo, scienza e superstizione. La ragione e scienza sono strade lunghe e hanno una dimensione spaziale infinita e instradata nell’evoluzione stessa presente e prossima degli esseri umani e come veicolo portante basata sulla ricerca, una risposta ai perché. Fanatismo e superstizione al contrario rappresentano, grazie allo specchio delle nostre paure per l’ignoto e la sconfitta della vita dovuta alla morte, ma anche e forse più al venir meno dei bisogni primari ed essenziali della sopravvivenza umana, mangiare, bere e potersi garantire una soglia minima di protezione e riproduzione, l’ancoraggio alla culla da cui ci siamo levati e siamo stati allevati. D’altronde l’uomo comune o medio, equilibrato nello stare in mezzo tra questi due lati dello scorrere umano come si destreggia? Semplicemente cogliendo i frutti positivi da ambo i lati sia della scienza che del suo opposto, la superstizione e per sopravvivere, poter barcamenarsi a campare si adotta quell’opportunismo di maniera, adattamento ambientale tale da portarlo a resistere alle avversità.
Una rappresentazione ideale di quanto descritto la si ha con il carnevale, nell’accezione universale, Periodo festivo tra l’epifania e la quaresima con date d’inizio variabili a seconda dei luoghi. Il culmine della festa è nei giorni “grassi”, dal giovedì al martedì precedenti il mercoledì delle ceneri. Tradizionali sono il travestimento, la baldoria, il capovolgimento delle gerarchie sociali. E naturalmente a carnevale ogni scherzo vale appunto.
Non è un caso, a proposito di allegoria popolare, che pure il diabete ti fa gli scherzi in particolare durante questo periodo dell’anno, e mi riferisco al tipo 1; guarda caso proprio tra gennaio e febbraio accadono la stragrande maggioranza degli esordi della malattia, e sempre all’interno del cuore dell’inverno si hanno maggiori difficoltà a reggere il compenso glicemico ma anche a mantenere nei parametri regolari l’emoglobina glicata.
Infatti tirando le somme di gennaio ne ricavo da dati dei valori glicemici un prospetto tormentato della glicemia proprio, guarda il caso, nei giorni “della merla” ovvero all’interno di un periodo freddo. Insomma niente di nuovo sotto il sole e le nuvole, già trattato l’argomento in altre occasioni, l’unico elemento da capire e valutare se c’è connessione con altre manifestazioni patologiche conviventi nel mio caso col diabete stesso.