Default Featured Image

pezziPezzi di giornata passati ad asciugare i panni stessi ai bordi del balcone con il piccione che ci caga sopra, reti perpendicolari di una protezione stentata a difesa dell’ultimo baluardo della pace domestica in momenti repressi di baldanza olfattiva nell’espressione di un soffritto vegano dal sapore un poco strano: e tu le chiami emozioni? Non penso proprio anzi forse le dovrei ridefinire esternazioni perché meglio danno il senso della cosa in questo frantoio esistenziale fatto di olive messe a macinare senza preoccuparsi tanto per come ricomponiamo i pezzi del puzzle.

A volte i pezzi li perdi per strada: le chiavi della macchina, i centesimi di euro, le cotiche e altri frammenti d’organismo sparsi lungo la superficie terrestre. Nulla di strano, fa parte della vita lasciare un pezzetto di noi come insegna la storia e la favola di pollicino.

E nella materia intrinseca del perdere i pezzi per strada il mio contributo recente l’ho espresso con i sensori glicemici andati in cavalleria lungo la via, come ampiamente narrato la settimana scorsa. Ma nonostante l’ampia manualistica presente in internet (tutta rigorosamente in inglese, e se non lo sai o lo impari o vai a quel paese) aggiunta a quella più scarna cartacea, nulla di che trovavo in mio soccorso. A proposito di informazione: come mai nei siti in lingua italiana dei produttori di biomedicali, tra cui microinfusori e sensori, ci sono tante immagini e video in flash poi al succo il materiale informativo e di assistenza pratica o manca o è scadente?

Chi scrive è caparbio e ancora una volta ha dovuto affrontare le difficoltà con la tradizionale arte dell’arrangiarsi, e grazie a questa sono riuscito a venirne fuori da solo dai problemi con il sensore, almeno per il tipo di modello in uso. Come? Ho visto che tenendo l’ago d’inserimento del sensore per almeno cinque minuti con la conchiglia bianca (trasmettitore) già agganciata all’Holter la spia luminosa di riconoscimento del segnale pulsava regolarmente e il livello dell’Isig era buono e continuato,. Tale reazione positiva si è palesata in tutte le occasioni di impianto del sensore, anche nei punti dell’addome dove in precedenza non fungeva. Oltre ai predetti passi ho disattivato la funzione assistente di bolo quando il sensore è funzionante e tale scelta ha reso ancora di più il segnale costante, azzerando quasi del tutto le interruzioni, inoltre facendo risparmiare pure il consumo della batteria tripla A, oltreché della memoria della pompa.

Naturalmente non alzo il vessillo della vittoria, anzi seguirò il corso dei prossimi inserimenti per capire meglio se la piega tiene oppure no. Comunque nel mio caso, ovvero un diabetico con molti anni di malattia e una pelle molto secca, poco idratata il sensore chiede di essere aiutato nel prendere contatto con il liquido interstiziale e il mantenimento dell’ago innestato favorisce tale processo e la conduzione del segnale elettrico verso il trasmettitore.

So di essere, forse, un primo caso del genere: dico forse perché in tutto questo mancano informazioni e dati chiari sul vissuto nel periodo d’impiego con tali strumentazioni così come sono mancanti spiegazioni necessarie per sapersi muovere utilmente. Detto ciò i valori glicemici rilasciati dall’Holter sono ottimi e perfettamente calibrati, allineati al glucometro.