E’ la terza volta nell’arco di un mese che faccio la spola nel corso del fine settimana tra Bologna e Milano: la prima volta per andare a un conferenza stampa, lo scorso fine settimana all’evento dell’Ospedale San Raffaele sui trapianti e dulcis in fundo oggi, ora mi sto dirigendo in provincia di Varese per incontrare i giovani e genitori della locale associazione di diabetici in quanto invitato a raccontare la mia storia con la malattia. Ieri invece a Bologna ero andato a seguire l’assemblea dei soci dell’Associazione Diabetici di Bologna: par condicio? No, semplicemente una coincidenza di date.
Quindi un calendario fitto a maggio di appuntamenti e incontri solidali, arricchenti sotto il profilo personale e motivazionale. Certo occorre fare una momento la sintesi del nostro stare insieme.
Sul volto di ogni persona c’è una storia che in pochi sono in grado di leggere. Troppi finti sorrisi hanno coperto le sue lacrime. Troppi: “Sto bene” hanno reso muto il suo dolore. Tante emozioni sono scorse sulla sua pelle, sprofondando dentro ai pori di essa fino a modificarle l’anima. Sul volto di ogni persona c’è una storia che difficilmente verrà raccontata per intero ad un’altra persona, forse perché a volte evitiamo di raccontarla nuovamente anche a noi stessi. Spesso le persone nascono e crescono fiduciose e comprensive verso le persone che incrociano nel loro cammino, ma poi quando assaggiano il dolore che causa l’aprire gli occhi di fronte alla verità; ecco che quella fiducia e comprensione nel prossimo comincia a svanire. Essa diviene sempre più debole e più preziosa da concedere. In ogni persona ci sono due mani, alcune hanno lavorato, amato, abbracciato e aiutato… Altre hanno applaudito fallimenti, picchiato e passato il tempo puntando le dita contro altre persone, magari uccidendole. In ogni persona c’è un “Cuore”, ma non tutti i cuori sono degni di essere chiamati tali. Il cuore è il più grande contenitore d’amore, di umiltà e di umanità e non tutti purtroppo conoscono questi valori. Esse incontreranno tanti tipi di persone: Alcune le ameranno in modo incondizionato e saranno ricambiate nello stesso modo. Altre le ameranno in altrettanto modo incondizionato per ricevere da esse solo delusione… Una delusione che lascerà loro profonde ferite. Saranno proprio queste ultime a modificarle per sempre dentro.
Il nostro divenire insieme deve cogliere questi chicchi d’anima e emozioni, e non c’è un limite di tempo per farlo, anche adesso possiamo approcciarci al prossimo e far germogliare la pianta che diverrà albero se amiamo la vita e stare assieme ai nostri simili con spirito fecondo e costruttivo.
Senza fare viaggi immensi e impossibili il senso dello stare assieme come diabetici lo si ritrova nel mettere pancreas e cuore e fare un filo forte e unico con le nostre vene e arterie per sostenere chi è in difficoltà, aiutare chi non ce la fa, e raggiungere ogni giorno lo scopo finale racchiuso in parola: stare bene.
Nulla è facile e scontato si tratta di cominciare e sapete da dove? Semplicemente non perseguendo interessi di piccolo cabotaggio, vantaggi personali, favori e amicizie preferenziali con il medico diabetologo di turno. No questo non è essere associazione o leader, e neanche far di se stessi degli esibizionisti del selfie, del bullismo di immagine, della vanità sotto ogni forma e dimensione. Si tratta di impegnarsi e lavorare veramente per gli altri, per l’interesse collettivo e dei diritti di noi diabetici, con umiltà impegno. Semplice ma occorre applicarsi.