Pesce, latte, formaggio e sale iodato: passa dall’alimentazione e dalla giusta integrazione la strada per prevenire le patologie causate da carenza di iodio.
Tra gli appuntamenti organizzati a Expo Milano 2015 dal Ministero della Salute si e’ tornati a parlare di iodoprofilassi: chiarendo che lo iodio,”e piu’ precisamente il sale iodato”, e’ appunto un alimento, e non come erroneamente spesso si pensa un farmaco. La dottoressa Antonella Olivieri dell’Istituto superiore di Sanità ha posto l’accento sull’importanza di mettere insieme a “al cibo di tutti i giorni il fabbisogno quotidiano di questo elemento fondamentale per la salute”. “Lo iodio – ha spiegato – e’ fondamentale per il corretto funzionamento della tiroide e una dieta equilibrata, con due porzioni di pesce a settimana, latte tutti i giorni e del formaggio garantisce solo il 50% del fabbisogno giornaliero di iodio a per questo e’ fondamentale ricorrere all’integrazione con “sale iodato che – ha spiegato l’esperta – consente di coprire il fabbisogno giornaliero fornendo 30 microgrammi di iodio per grammo di sale”. L’Organizzazione mondiale della Sanità raccomanda di mantenere il consumo giornaliero di sale sui 3-5 grammi per prevenire il rischio di malattie cardiovascolari, il messaggio e’ dunque: “Poco sale, ma iodato”. “Spesso – ha spiegato Antonella Olivieri – si percepisce una sorta di contraddizione tra quanto viene consigliato in termini di consumo di sale e l’invito a integrare la dieta quotidiana con sale iodato. In relata’, ci si può e deve mantenere nei limiti indicati avendo perché l’accortezza di consumare solo sale addizionato fortificato con iodio”, ricordando che “lo iodio e’ il costituente fondamentale degli ormoni tiroidei, molto importanti per la vita del nostro organismo: non esiste cellula o organo, infatti, che non ne sia influenzato”.