E ti svegli. Con il cuore che batte a mille. Così tanto che sembra che vuole uscirti dal petto. E non c’è bisogno di essere un genio per capire il perché. Tanto lo sai bene. Una ipo. Una bella tosta ipo. Di quelle che non avevi da un bel po. E il glucometro ti da un 44. Riesci ad alzarti dal letto e raggiungere la cucina. Riesci a mangiare quello che serve. E li l’ipo ti travolge con tutta la sua forza. Perché non basta solo il cuore a mille. Eh no. Sarebbe stato troppo facile. La spossatezza ti avvolge. Cominci a sudare come se avessi fatto una maratona di non so cosa. E intanto che sei li sdraiata sul letto ad aspettare che la glicemia salga, beh, l’ipo ti colpisce anche psicologicamente. La domanda di “Cosa sarebbe successo se non fossi riuscita a svegliarmi?”, beh, esce diciamo spontanea. Anche se per te è strano, tu queste domande non te li sei mai fatta. Non perché le ipo non ti fanno paura, ma perché negli anni sei riuscita a gestirle. Solo che adesso no. Sei li e ti chiedi. Cosa sarebbe successo? Tanto a casa eri da sola. Come sei la maggior parte del tempo. E una sensazione di non so cosa ti travolge. Ti scuote fino in profondità. E crolli. E per un attimo vorresti che ci fosse qualcuno. Qualcuno che riesca a tenere con te questo fardello. Qualcuno che puntualmente non c’è. E ancora una volta ti rendi conto che il diabete è solo tuo, che cmq sia nessun altro riuscirebbe a fare niente per cambiare le cose. O forse si. Forse non riuscirebbe a fare niente per il diabete, quello è vero, ma un abbraccio potrebbe sistemare tutto. Anche un cuore che piange, anche un cuore a mille.