Il micro. Non so in quanti lo vogliono. Così come tanti ancora ne hanno paura, per quello che è o che in un certo senso rappresenta. Io direi che ho sempre fatto parte della prima categoria. Mi ricordo ancora la prima volta che ho sentito parlare di lui circa 10/11 anni fa. Ero ancora in Albania. Ero in camera mia, era più o meno mezzanotte e non avevo voglia di dormire. Non so come, ma era come se una forza soprannaturale mi spingeva verso la tv. In quel momento Rai3 dava una trasmissione per il micro. Diceva che era un modello nuovo e stavano facendo delle prove con bambini in Sicilia per vedere se era davvero così buono. Vedere quei bambini vivere così tranquillamente, mi faceva venir la voglia di averlo anch’io. Ma in quel momento sapevo che non era possibile. Quella notte non sono riuscita a dormire. Riuscivo solo a immaginare come sarebbe stata le mia vita se l’avessi. Poi vengo in Italia e sentir parlare così tanto di lui, la voglia di averlo aumenta ancora di più. E comincio a chiederlo così tanto, ma sempre dicevano di no, che non era adatto a me. Ma questa volta no, non mi sarei arresa così facilmente. E alla fine ho vinto io. Dopo mille “guerre” con i medici dov’ero seguita ai tempi, il 17 ottobre 2011 lo metto. E posso dire che la mia vita è cambiata per bene. Ovvio che ci sono stati dei momenti no, cerotto staccato di notte e un 573 al risveglio (successo una volta sola, ma direi che l’esperienza mi è basta, soprattutto visto il seguito dopo…), ago messo male, ago che non funziona perché preso un grumo, iper per catetere con bolle, e mille altre cose. Però mai me la sono sentito un peso. Mai mi sono sentita dipendere da una macchina. Forse perché alla fine si dipende sempre da qualcosa, sia che sia il micro, sia che sia una penna, siamo dipendenti dall’insulina….E quando penso a tutte le cose di quel periodo mi viene da ridere in un certo senso. Ero considerata pazza perché lo volevo. Perché ho avuto il coraggio di sfidare medici per averlo, per averlo messo. E nessuno ha mai pensato che volevo averlo solo per stare bene, per vivere meglio. Poi dei sguardi indiscreti, o anche a volta impauriti delle persone quando lo vedevano meglio non parlare…Non mi dimenticherò mai di quella signora che sul treno non smetteva di fissarmi, che per un attimo giuro che ero sul punto di dirle: signora è una bomba, scappa finché è in tempo…Hahahah. E mille storie così…Però non mi ha mai proibito niente. Sono andata al mare e ci facevamo vedere insieme, la coppia inseparabile. Ho girato posti che non avrei mai pensato, e il massimo è stato che mi hanno fermato ogni tanto nei aeroporti. O tutti i santi giorni dei primi giorni all’Expo. Anche se l’esperienza più bella è stato alla dogana di Brindisi, il poliziotto che per prima cosa nel camper controlla la mia borsa, con il telecomando del micro sopra. E li che spiego cos’è. E lui che aveva il figlio diabetico e che mi chiede mille informazioni, dimenticando di controllare il resto. O di quel ragazzo siciliano che prima che mettessi il micro mi diceva: l’ago è un pochino più grande del solito, ma non ti spaventare…Quei piccoli gesti di tenerezza tra persone che neanche conosci. O di quel ragazzo che la prima volta che l’ho visto e li ho fatto vedere il micro li dico che avevo una bomba di insulina con me, così che ero sicura che non mi avrebbe fatto del male. O le battute nello spogliatoio del lavoro sul fatto che ho una terza tetta…Hahahah. O il fatto che per mio cugino piccolo era il mio amico che lui non poteva toccare, perché si faceva male. Storie infinite che rimangono nella mente. Però la cosa più importante di tutte è che mi fa stare bene. Prima una glicata sotto l’8 avevo paura anche solo a sognarlo, adesso il 7 è una sicurezza. E che dire? Forse le cose sono andate bene perché lo voluto dal primo momento. Non lo so. Ma posso dire che è una delle poche cose che non mi pentirò mai di averlo fatto. E sapete che cos’è la cosa più bella? La sensazione che ti lascia il fatto che un sogno è diventato realtà…
(Ps. Giuro che la Roche non mi ha pagato per fare pubblicità. Hahahahahahahah)
ho ilm diabbete mellito 2 da circa vntanni e forse più,faccio 4 insuline al giorno,e sono seguito magnificamente dalla equipe dell’ospedale santanna di marinao comense,del dott.singulla,sono tutti bravissimi però del micro iniettore fisso,non me ne hanno mai parlato,grazie.