Essere in grado di misurare i livelli di glucosio nel sangue senza pungere un dito migliorerebbe la vita di milioni di pazienti diabetici in tutto il mondo. Il dolore non solo andrebbe via, ma i pazienti sarebbero più disposti a controllare regolarmente i livelli dello zucchero, portando a una migliore gestione del diabete.
Un gruppo di ricercatori italiani con sede in Giappone ha lavorato a un dispositivo che utilizza la luce per stimare la concentrazione di glucosio nel sangue. Sostengono di aver raggiunto un proof-of-concept sufficientemente accurato per continuare verso lo sviluppo del prodotto. E’ naturale essere scettici, data la mole ormai incalcolabile di annunci in tale ambito. A capo del progetto c’è Stefano Valenzi,
Glucoscanner utilizza molte frequenze luminose che non sono standard, ad esempio i LED nel vicino infrarosso (NIR). Pertanto si è dovuto brevettare la nuova tecnologia e nuovi pacchetti di moduli sensore. Oltre all’hardware nuovo ed esclusivo, è stato sviluppato un nuovo modo per valutare i dati di assorbimento della luce dei tessuti. Inoltre, un’altra novità riguarda le informazioni utilizzate per stimare i livelli di glucosio: sono combinate le informazioni sull’assorbimento delle luci con altri dati fisici fisiologici e individuali. L’approccio si basa anche su informazioni individuali, in effetti aiuta a risolvere alcuni dei ben noti problemi legati alla tecnologia ottica, come le differenze nelle pigmentazioni della pelle.
Per avere successo il processo richiede una calibrazione veloce e anche il dito scelto tale operazione: ad esempio, una volta calibrata la macchina con il pollice della mano sinistra, è necessario continuare a usare quel dito.
Tuttavia, sarà possibile ripetere il processo di calibrazione nel caso fosse necessario. È stata sviluppata una semplice procedura di calibrazione automatica e il dispositivo guiderà l’utente attraverso il processo di calibrazione. Ad esempio, Glucoscanner valuterà quale serie di dita l’utente dovrebbe utilizzare per ottimizzare le prestazioni del dispositivo.
Precisione: finora i test sono stati condotti con prototipi assemblati in laboratorio. I risultati sono più che promettenti e molto vicini, se non già sovrapposti, con i glucometri da banco usati come riferimento. Inoltre, i progettisti sono certi che un dispositivo fabbricato funzionerà ancora meglio degli attuali prototipi.
Sono pianificati studi clinici in diversi ospedali in tutto il mondo (finora in più di 10 paesi). Il progetto è stato accolto da molti medici che condividono la causa comune: aiutare le persone a migliorare la gestione del glucosio e aiutarle a condurre una vita più sana.
Nel frattempo, si sta anche pianificando di testare la tecnologia in applicazione per i miglioramenti della qualità della vita. imballando il sensore in un dispositivo consumer che permetterà di testare i dispositivi con quante più persone possibile.
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