Oggi si chiude il 22esimo congresso nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi: al di là delle sessioni scientifiche, plenarie, dei poster e altro presentato in questo evento, cosa in sintesi se ne ricava? Minimizzare il massimo: ovvero va tutto per il meglio per i pazienti e fornitori, e con le poche risorse materiali e umane a disposizione si fa quel che si può, sperando in qualcosa di migliore per i prossimi anni, tra sperimentazioni organizzative a campione che restano tali (es. telemedicina), supporto educativo psicologico e motivazionale lasciato al fai da te, ai social e al paziente esperto in quanto il team di fornitori dell’assistenza per il diabetico (medico, infermiere, nutrizionista, psicologo, podologo) resta una variabile oggetto di filosofia sanitaria e scarsamente messa in pratica (dati reali alla mano).
Questa è la situazione.
Infine, una conclusione da blogger con 12 anni di attività sulle spalle: non essendo parte del cerchio magico dei pazienti accreditati all’evento/eventi di questa Associazione (non è un male) attingo dalle informazioni diramate dall’ufficio stampa dell’evento, il quale è francamente scarso nel rilasciare le info. Molto meglio e più efficiente l’ufficio stampa della SID, Società Italiana di Diabetologia che sa mantenere i contatti con i vecchi e nuovi media. Ma d’altronde in questo campo siamo e restiamo agli ultimi posti, infatti se voglio avere le informazioni devo attingere dalle fonti anglosassoni ed europee, poiché dal Bel Paese si stenta ad averle.