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A fine febbraio 2020, a causa della diffusione della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus, COVID-19, il governo italiano ha chiuso tutte le attività educative e sportive. A marzo, ha introdotto ulteriori misure per fermare la diffusione della malattia da coronavirus (COVID-19), ponendo il paese in uno stato di blocco quasi completo. Segnaliamo l’impatto di queste restrizioni sul controllo del glucosio tra le persone con diabete di tipo 1 (T1D).

I diabetologi del Dipartimento di Medicina, Unità di Malattia Metabolica, Università di Padova,  con a capo la dottoressa Daniela Bruttomesso assieme ai dottori Benedetta Maria Bonora, Federico Boscari, Angelo Avogaro e Gian Paolo Fadini hanno raccolto i dati su 33 soggetti con T1D che stavano monitorando i loro livelli di glucosio utilizzando un dispositivo di monitoraggio del glucosio flash e collegati in remoto alla clinica del diabete su una piattaforma cloud. Gli stessi hanno recuperato informazioni sulla media glicemica, deviazione standard e tempo percentuale nell’ipoglicemia (<70 mg / dl), intervallo di glucosio (70-180 mg / dl) e iperglicemia (> 180 mg / dl). I medici hanno confrontato le misure glicemiche raccolte durante il blocco con quelle raccolte prima dell’epidemia e con i periodi immediatamente precedenti il ??blocco.

Risultati: in 20 pazienti che avevano smesso di lavorare ed erano a casa a causa del blocco, il controllo glicemico complessivo è migliorato durante i primi 7 giorni del blocco rispetto alle settimane precedenti la diffusione di SARS-CoV-2. Il glucosio medio è diminuito da 177 ± 45 mg / dl (settimana prima del blocco) a 160 ± 40 mg / dl (blocco; p = 0,005) e la deviazione standard è migliorata in modo significativo. Il tempo nell’intervallo è aumentato dal 54,4 al 65,2% ( p = 0,010) e il tempo nell’iperglicemia è diminuito dal 42,3 al 31,6% ( p = 0,016). Il numero di scansioni al giorno è rimasto invariato. In 13 pazienti che hanno continuato a lavorare, nessuna delle misure di controllo glicemico è cambiata durante il blocco.

Al di là del risultato restano due limiti nella ricerca: il campione ridotto di persone esaminate e la necessità di avere un dato strutturato più articolato su fasce d’età sia a livello anagrafico che di vita con il diabete, assieme all’impiego di diversi CGM per la rilevazione dei dati.

Pubblicato in Diabetes Therapy il 13 maggio 2020.