Mentre tutto si concentra sulla pandemia da COVID, con una spettacolazione della salute pubblica al ribasso e lasciando al palo le sempreverdi questioni che colpiscono l’assistenza e la cura delle persone.
Oltre ad essere diabetico di tipo 1 da tutta una vita ed avere associate altre malattie autoimmuni e di carattere cardiovascolare scrivo e pubblico su questo blog da quindici anni. E in questa fase storica dominata, apparentemente, dalla clowncrazia, dal 1992 ad oggi, senza distinzione di colori politici al Governo del paese e delle regioni, abbiamo assistito ad un smantellamento sistematico delle strutture ospedaliere da un lato e dall’altro ad un cambio di direzione verso la cosiddetta assistenza sanitaria vicino alla persona e sul territorio. Tutto molto bello se così fosse, e per non disperdermi ulteriormente in chiacchere, che mai come oggi abbondano, vi riporto il mio caso, concreto e tangibile, di come, proprio su uno dei terreni base e fondamentali della sanità pubblica e della prevenzione: le vaccinazioni, siamo lasciati al caso o meglio al casino.
Di seguito condivido la lettera inviata un mese fa via mail alla Regione Emilia-Romagna e al Ministro della Salute, e di cui non avuto risposta.
Granarolo dell’Emilia (BO), 6 dicembre 2021
Ministro della Salute
Roberto Speranza
Presidente Regione Emilia-Romagna
Stefano Bonaccini
Assessore regionale Sanità
Raffaele Donini
Direzione regionale Sanità
Buongiorno, chi vi scrive ha sessant’anni di età e vive da 58 anni con il diabete tipo 1, la forma autoimmune e che richiede un trattamento intensivo con insulina, oltre a questa patologia sono cardiopatico e convivo con l’artrite reumatoide da diversi lustri.
A fronte delle suddette condizioni patologiche da due anni a questa parte non riesco ad ottenere la vaccinazione antinfluenzale da parte del mio medico di medicina generale dove risiedo, Comune di Granarolo dell’Emilia (BO), nel 2020 c’era la giustificazione della pandemia, quest’anno non ho saputo quale fosse la causa ma sta di fatto che per la seconda volta la vaccinazione antinfluenzale è saltata. E negli anni precedenti non è che le cose fossero tanto diverse: tra il 2018 e 2019 sono riuscito a farla da medico al fotofinish, mentre prima siccome la situazione era del tipo “assalto alla nave” la vaccinazione me la iniettavo da solo essendo in grado di farlo e acquistando direttamente il vaccino in farmacia (cosa oggi non più possibile).
Oggi stando le cose e dato che le vaccinazioni non COVID-19 costituiscono uno strumento di prevenzione primaria per la salute pubblica, credo sia necessario organizzare e informare al meglio le campagne di vaccinazioni, e non limitandole ai soli medici di medicina generale che organizzano indidualmente, non sempre per il verso giusto, l’organizzazione e somministrazione dei vaccini.
Senza entrare nei dettagli delle specifiche mediche occorre che i pazienti, specie i fragili, siano messi in condizioni di accedere alle vaccinazioni e non restarne esclusi.
Non c’è solo il vaccino contro il Covid, ma anche contro influenza, pneumococco, meningococco e tutte le malattie infettive
Le malattie infettive sono un importante tallone d’Achille per le persone con diabete; non solo sono più suscettibili, ma sviluppano spesso forme di infezione più gravi e, nel caso di quelle batteriche (polmoniti, infezioni delle vie urinarie, ecc), spesso sono gravate anche da resistenza alla terapia antibiotica.
Grazie per l’attenzione.
Roberto Lambertini
Terminata la fase pandemica culminante, è auspicabile che si riveda profondamente il “patto per la salute” tra Stato e cittadino, dato che la salute è frutto di diversi fattori, e molti sono riconducibili a comportamenti individuali e senso di responsabilità del singolo verso la collettività, pertanto occorrerà agire in tal senso di conseguenza.