A Roma il 123° congresso della Società Italiana di Medicina Interna SIMI

Dal 2008 raccolti i dati di oltre 9mila pazienti ricoverati in oltre 100 reparti internistici e geriatrici. Pubblicati finora 70 studi scientifici su riviste internazionali

Il Centro di Ricerca Indipendente della Società Italiana di Medicina Interna (CRIS) ha,
come mission statutaria, l’organizzazione di indagini epidemiologiche, survey, studi
osservazionali o di intervento nell’ambito della medicina interna. “Tra le finalità del
Centro – spiega il professor Antonello Pietrangelo, direttore del Centro di Ricerca
Indipendente della Società Italiana di Medicina Interna (CRIS), past president SIMI e
ordinario di Medicina Interna, Università di Modena e Reggio Emilia – oltre a quello
dell'aggiornamento scientifico e professionale, vi è quello etico e formativo di una
ricerca di rilevante impatto conoscitivo, condotta con grande rigore metodologico”. Un
ruolo propositivo che la SIMI attraverso il CRIS vuole assumere anche rispetto alla
politica sanitaria del Paese come gestore di ricerca indipendente, finalizzata ad
acquisire dati ‘di evidenza’ e ‘real-life’ su ampie fasce di popolazione.
“Il progetto più longevo del CRIS – prosegue il professor Pietrangelo – è Il REPOSI
(Registro Politerapie della Società Italiana di Medicina Interna), avviato nel 2008
nell’ambito di una collaborazione tra la Società Italiana di Medicina Interna, l’Istituto di
Ricerche Farmacologico Mario Negri IRCCS e la Fondazione IRCCS Ca’ Granda
Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Gli obiettivi principali del REPOSI sono il
reclutamento, il monitoraggio e lo studio dei pazienti anziani ospedalizzati”. Il REPOSI
ha permesso, la raccolta dati di quasi 9 mila pazienti ricoverati in oltre 100 reparti
internistici e geriatrici, con un’età media di 80 anni, affetti in oltre la metà dei casi da
5 o più patologie croniche e che nel 65% dei casi assumono 5 o più farmaci. I
principali risultati sono stati pubblicati in oltre 70 lavori scientifici in riviste
internazionali peer-reviewed, che hanno contribuito a fornire indicazioni per valutare e
migliorare l’appropriatezza prescrittiva e ottenere indicazioni real-life sull’impatto della

poli-farmacoterapia in diversi ambiti clinici (diabete, scompenso cardiaco, BPCO,
fibrillazione atriale, malattie infettive, solo per citarne alcuni). I dati raccolti sono stati
inoltre utilizzati dall’AIFA per la preparazione del Rapporto su ‘L’uso dei farmaci nella
popolazione anziana’.
“Più recentemente – prosegue il professor Pietrangelo – grazie alla creazione della
Rete Italiana di Medicina Interna, un network digitale che ha messo in rete 165 Centri
ospedalieri della SIMI, sono stati prodotti importanti studi. Tra questi, il SIMI-Covid,
uno studio su più di 3 mila pazienti Covid ricoverati e gestiti interamente nei reparti di
Medicina Interna durante l’emergenza pandemica, che ha permesso di identificare i
fattori pre-ricovero, al momento dell’ingresso in ospedale o durante il ricovero, che
influenzano negativamente la prognosi dei pazienti cronici, multipatologici e fragili, la
popolazione più colpita dal Covid-19. Altri importanti studi sono oggi in fase avanzata
di svolgimento, tra questi, il SIMI-NUTRO, che valuta, in un contesto
multidimensionale, la prevalenza della malnutrizione e l’impatto sulla degenza e sugli
outcome intraospedalieri, e il SIMID, che studia prevalenza e conseguenze clinico-
prognostiche della carenza di ferro nei pazienti ricoverati per insufficienza cardiaca e
BPCO, due patologie molto prevalenti e invalidanti nei pazienti fragili ospedalizzati”.