È stato dimostrato che un nuovo metodo per il trapianto di isole pancreatiche è in grado di invertire con successo il diabete di tipo 1 nei primati non umani.

Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune caratterizzata dalla distruzione delle cellule beta produttrici di insulina nelle isole pancreatiche con conseguente incapacità di produrre insulina sufficiente per regolare i livelli di glucosio nel sangue. Sebbene al momento non esista alcuna cura per la malattia, sono stati testati diversi trattamenti sperimentali, tra cui il trapianto di isole. La procedura prevede il trapianto di cellule insulari estratte dal pancreas del donatore nel fegato del ricevente.

Attualmente, l’approccio per i trapianti di isole ha i suoi limiti, che includono l’attacco immunitario con conseguente perdita fino alla metà delle cellule beta trapiantate, nonché il volume limitato di tessuto trapiantato che il fegato può ospitare. Per superare questi problemi, un team guidato da ricercatori del Massachusetts General Hospital (MA, USA) ha sviluppato un nuovo approccio per il trapianto di isole.

L’omento, uno strato di tessuto adiposo che si estende dallo stomaco all’intestino, è stato proposto come sito di trapianto alternativo che potrebbe dare risultati più favorevoli rispetto al trapianto nel fegato. Il team ha trapiantato le isole pancreatiche del donatore sull’omento, che è stato bioingegnerizzato con una matrice di trombina plasmatica, in tre primati diabetici non umani. Questa matrice conteneva trombina ricombinante topica combinata con il plasma del ricevente ed è stata utilizzata per immobilizzare le isole del donatore sull’omento.

Questo nuovo metodo è stato utilizzato in combinazione con la terapia immunosoppressiva – per proteggere le isole trapiantate dall’attacco immunitario – e, dopo il trapianto, la sopravvivenza dell’innesto ei livelli di glucosio degli animali sono stati attentamente monitorati. I risultati dello studio hanno mostrato l’indipendenza dall’insulina e l’omeostasi del glucosio nei primati. Ciò significa che le isole trapiantate erano capaci di secrezione di insulina sensibile al glucosio e che i livelli di glucosio nel sangue si sono normalizzati dopo il trapianto.

“Il raggiungimento del completo controllo glicemico è attribuito all’approccio di bioingegneria che facilita il processo di rivascolarizzazione e reinnervazione per le isole trapiantate, che è la prima volta che una tale dimostrazione è stata fatta in un modello di primate non umano”, ha commentato Hongping Deng, primo autore.

Ji Lei, autore corrispondente senior, ha dichiarato: “Questo studio preclinico può informare lo sviluppo di nuove strategie per la sostituzione delle cellule ? nel diabete e potrebbe cambiare l’attuale paradigma del trapianto clinico di isole pancreatiche”.

FONTE

  1. Deng H, Zhang A, Pang DRR, et al. Il sito di trapianto omentale bioingegnerizzato promuove la sopravvivenza degli allotrapianti di isole pancreatiche nei primati non umani. Rep cell Med. 2666-3791 (2023)

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