Solitudine, dolore cronico e conflitti familiari tra i principali fattori che aggravano la depressione durante la crisi sanitaria

La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto devastante sulla salute mentale delle persone in tutto il mondo, e gli anziani con diabete non fanno eccezione. Un recente studio condotto su oltre 2.700 anziani canadesi con diabete ha rivelato che questi individui hanno affrontato un rischio significativamente maggiore di depressione durante la crisi sanitaria globale.

Secondo lo studio, quasi il 50% degli anziani con una storia di depressione pre-pandemia ha vissuto episodi depressivi durante la pandemia. Tra i più colpiti vi erano coloro che soffrivano di solitudine. “Durante la pandemia, la solitudine ha quasi triplicato il rischio di depressione negli anziani con diabete,” ha affermato ZhiDi Deng, farmacista clinico e primo autore dello studio. Questo dato mette in luce l’impatto delle misure di isolamento sociale sulla salute mentale e indica la necessità di migliorare i servizi di supporto per gli anziani con diabete in future crisi sanitarie.

Non solo coloro con una storia di depressione hanno sofferto. Anche uno su otto anziani senza precedenti episodi depressivi ha sviluppato depressione nell’autunno del 2020. Grace Li, coautrice dello studio e assistente di ricerca presso l’Institute for Life Course and Aging (ILCA) dell’Università di Toronto, ha sottolineato l’importanza di una vigilanza continua da parte degli operatori sanitari: “È fondamentale che i medici siano attenti ai segnali di depressione nei loro pazienti anziani, anche in quelli che precedentemente godevano di buona salute mentale.”

Tra gli altri fattori di rischio identificati, spiccano l’appartenenza al genere femminile, le limitazioni funzionali, il dolore cronico e i conflitti familiari. Sorprendentemente, lo studio ha rilevato che gli anziani separati, divorziati o vedovi avevano minori probabilità di soffrire di depressione ricorrente rispetto a quelli sposati o conviventi. “La pandemia potrebbe aver esacerbato i conflitti relazionali per coloro che vivevano in stretta prossimità durante i lockdown,” ha spiegato Dorina Cadar, docente di neuroepidemiologia presso la Brighton and Sussex Medical School.

Un altro risultato inaspettato riguarda il reddito. Contrariamente alle ricerche pre-pandemia, che associavano un reddito più alto a una minore prevalenza di depressione, lo studio ha scoperto che coloro con un reddito più alto prima della pandemia avevano un rischio maggiore di depressione durante la crisi sanitaria. Maria Rowsell, coautrice dello studio, ha ipotizzato che la generosa risposta del governo canadese con il Canadian Emergency Response Benefit (CERB) abbia avuto un impatto protettivo sulla salute mentale dei canadesi a basso reddito, riducendo lo stress finanziario.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Archives of Gerontology and Geriatrics Plus, utilizza dati dei sondaggi del Canadian Longitudinal Study on Aging (CLSA). Con oltre 2.730 partecipanti, di cui 1.757 senza storia di depressione e 973 con storia di depressione pre-pandemia, lo studio fornisce una panoramica esaustiva dell’impatto della pandemia sulla salute mentale degli anziani con diabete.

“Le implicazioni a lungo termine della pandemia vanno ben oltre la salute fisica,” ha concluso il professor Esme Fuller-Thomson, autore senior dello studio. “È cruciale migliorare l’accesso ai servizi di salute mentale per le persone con diabete, specialmente durante periodi di stress elevato. Interventi come la terapia cognitivo-comportamentale e la psicoeducazione hanno dimostrato di supportare efficacemente la salute mentale e devono essere resi più accessibili.”

Questo studio evidenzia l’urgenza di strategie mirate per proteggere la salute mentale degli anziani con diabete, garantendo che ricevano il supporto necessario per affrontare le sfide future.