Fai brighi, sbrighi, ti lavi i denti e il cuscino, butti le robe dal comodino, saluti il tuo vicino o viceversa lo mandi a fare in culo, leggi i mi piace e foto dementi, selfie e altri accidenti sull’ultima diavoleria mobile venduta e poi sali in auto sbagliando direzione causa un GPS beffardo o peggio non aggiornato, comprato usato al mercato mediorientale oppure trovato in uno sgabuzzino di un negoziante rivale. Prendi il tuo caffè anodizzato e ringrazi il creato perché il suo sapore non era sciacquato. La luce bassa del nuovo giorno ti indica la via, sempre più bassa: le giornate si stanno accorciando alquanto nell’emisfero nord, e tutto va a go go.

A te che per caso o volutamente passavi di qua a leggere questa pagina/post ti informo che siamo arrivati al capolinea di settembre, cavolo come passa in fretta un mese, oppure no? Dipende da quanti anni hai e danni fai dal principio della tua vita ad oggi. Eh sì è sempre la bilancia a governare il nostro andare e non solo la pesa persone, no, proprio il simbolo della libra intesa come fattore di equilibrio e giustizia nella e della vita. E ogni tempo trascorso, di cui una giornata rappresenta l’unità di misura, può raffigurare o una gioia o una tortura, dipende se la guarniamo con spezie, sale o altro insaporitore, altrimenti è facile trovarsela sciapa.

E mentre settembre si mette da parte il prossimo mese, fin dal principio, vedrà, nel mio caso, la visita di controllo del diabete, ancora una volta in asse attrezzato a dovere, posizionato dentro un perfetto equilibrio posturale e glicemico. La media dei valori della glicemia della settimana scorsa era pari 154 mg/dl, mentre il mese a consuntivo vede un valore medio di 149 mg/dl. Aspetto la glicata a sintesi finale e posso festeggiare a tofu e spumante.

Ma prima di lasciare carta e penna, tastiera e file, riporto all’attenzione del pubblico uditorio ed esprimo dal leggio un tema posto pochi giorni fa: il diabete invisibile, ovvero coloro che in particolare usano la cura insulinica per farsi del male, o addirittura non si curano e fanno controllare, spesso giovani adulti e adolescenti.

Come scrissi un ruolo determinante per fronteggiare questa sfera, spesso ignota o ignorata del diabete, lo possono avere, laddove ci sono, le associazioni attraverso gruppi di ascolto e supporto, così come le reti sociali (Facebook, blog, ecc.).

Proprio in tale direzione qui a livello locale (Bologna) stiamo gettando le basi per un percorso concreto di solidarietà al singolo e famiglie denominato: ADDIO, acronimo di Adolescenti Diabetici Disperati e Insofferenti alle Osservazioni.

Passo a passo vi terremo aggiornati circa la sua evoluzione, e senza nessuna presunzione salvifica o messianica, ma più semplicemente l’obiettivo di creare punti di riferimento ove poter confrontarsi quando ci si trova nel porto delle nebbie e non si sa dove andare e cosa fare di una malattia, la nostra, il diabete, che scappa spesso dalla mani senza una ragione.