A proposito di salute, tanto per riepilogare, in tale ambito tra le azioni volte a migliorare lo stato individuale e comunitario della condizione fisica e mentale degli individui vi è senza ombra di dubbio alcuno l’informazione ed educazione sanitaria, che, nel caso di noi diabetici, è centrale come importanza alla pari con la terapia quotidiana medesima. Sia per trattare che prevenire le conseguenze della patologia allo scopo, ambizioso ma possibile, di ridurre la mortalità, la morbilità o gli effetti dovuti al diabete stesso, promuovendo la salute ed il benessere individuale e collettivo (“salutogenesi”).
Noi diabetici nella quasi totalità dei casi ce ne freghiamo dell’educazione e formazione nella gestione e governo della malattia. Ma anche le strutture sanitarie non è che brillino per spirito d’iniziativa. Detto questo la maggior parte delle attività di promozione della salute formazione ed educazione sanitaria è lasciata alla libera iniziativa locale e comunque non rientra in un contesto di organizzazione omogenea, sia a livello regionale che nazionale.
Una volta, nei tempi antichi, ci diceva: basta sapere fare l’insulina e poi tutto va a posto. Ora invece dobbiamo essere coscienti e consapevoli che L’educazione del diabetico, insieme alla dieta e all’esercizio fisico, è essenziale per assicurare l’efficacia della terapia prescritta,
Al di là dei vari piani diabetici nazionali, regionali, locali e via di questo genere ritengo non solo che “l’educazione del diabetico” deve essere resa obbligatoria e incentivata per entrambi i protagonisti della malattia: operatore sanitario e assistito, ma, ad esempio, anziché fare una visita di controllo ogni due, tre mesi, recuperare uno di questi momenti con una bella sessione educativa e di aggiornamento nella gestione della patologia, perché non si finisce mai di imparare nella vita e figuriamoci col diabete!
Gli ambiti da conoscere e approfondire nella vita di un diabetico sono tanti e multidisciplinari, poiché la malattia non riducibile alla semplificazione estrema della serie: prendo un pastiglia e via. Si comincia dal controllo della glicemia: tutti i diabetici tipo 1 devono imparare a controllare da soli la glicemia e gli assistiti in trattamento insulinico devono essere istruiti a regolare le dosi di insulina in base ai valori riscontrati. E non mi dilungo oltre poiché tante volte nel blog abbiamo trattato l’argomento: basta fare una ricerca e si avrà da leggere.
Invece la sfida che si aggiunge al capitolo educazione e diabete oggi è non solo attuale e pressante ma non più rinviabile e rinunciabile: si tratta delle tecnologie per l’informazione insite nelle strumentazione biomedicale, sensore e microinfusori, glucometri e programmi per la gestione dei dati della glicemia e dati di analisi correlati.
La presenza massiva di tali congegni e il loro continuo, incessante aggiornamento richiedono un piano urgente di formazione per tutti i protagonisti del e nel diabete: pazienti, operatori, medici. E la considerazione non è affatto peregrina: basta fare un giro nelle nostre diabetologie e troveremo ben pochi preparati, informati sulla materia.
Non possiamo più ignorare, rinviare la questione: ne va della nostra salute.