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Chiudi per un attimo gli occhi e visualizza un apice montuoso, una vetta. E ‘la realizzazione dei propri ideali più puri, quelli senza nome, senz’alcunché di specifico. Nell’immaginario collettivo è il traguardo per antonomasia, quindi il successo. Contemplala interiormente o – se hai la fortuna di viverci nei pressi – anche esteriormente; ma non identificarla con nulla di particolare. Lascia che rimanga bellezza, candore. Prosegui per qualche attimo – o pochi minuti che siano -, poi riconciliati col mondo esterno e riprendi le attività di sempre. Ora una breve poesia. 

La vetta

Ebbene cari amici, 
ammirate per un attimo 
quella splendida vetta, 
quella cima eterica 
cui però nel mondo fisico 
non corrisponde nulla 
se non l’afflato utopico 
di un nucleo d’ideali 
ormai già cenere.

Dov’è, come l’afferri, come la fissi, 
com’è che puoi ottenerla? 
Ci siamo già e ironia della sorte 
più cerchi di raggiungerla, 
più s’allontana sempre.