Le luci del nuovo e mi guardo attorno per capire dove mi trovo: sono un uomo rinnovato mi chiedo oppure no? L’aria fredda alla mattina, con il levare di un timido solo di gennaio, senza esagerare, fa da toccasana all’anima e tutto il resto e tra paltò, sciarpe e altri indumenti, accessori di complemento senza spavento mi predispongo per affrontare il mondo, come del resto ogni santo giorno. Cosa c’è di nuovo in questo divenire? Ciascuno di noi porta sempre del nuovo dentro di sé poiché anche l’elemento apparentemente più stupido e banale rappresenta qualcosa di attuale e c’è sempre da meravigliarsi, per farlo basta affinare i sensi così da recuperare il senso percettivo così da togliersi di dosso la crosta di negatività, con le relative problematiche, che ci affligge.

E per calare nel vissuto vero e proprio l’allegoria appena tracciata riportandola nel filo conduttore di questo blog: il diabete, la puntata, il post odierno nel sua ricognizione di temi e nel suo dare spunto a riflessioni, più o meno condivise e condivisibili, nel mentre odierno voglio affrontare il rapporto tra malattia e tabù. Si sa nonostante l’evoluzione umana nella coscienza e scienza paure, timori, superstizioni, leggende (rurali e metropolitane) non ne vogliono sapere di scomparire, anzi si alimentano con un potenziale mai visto nella storia della specie umana, probabilmente anche grazie e di pari passo al vasto e personalizzato reticolo di vie comunicative e mediatiche: internet stesso è un veicolo di eccezionale portata per la propagazione di notizie false, mistificazioni, ciarlatanerie e molto altro ancora, alcune talmente elaborate e ben impostate da sembrare vere, è così finisce che le persone più aperte d’animo finiscono per imbrigliarsi in codeste situazioni.

Ma non mi soffermo sulle false credenze bensì su di un dato certo e tangibile della mia vita con il diabete: il rapporto con il cibo e la crisi glicemica, anzi iperglicemica per la precisione. L’ultimo tabù che mi legava al diabete tipo 1, e sottolineo tipo 1 poiché la diversità con il 2 è profonda sotto questo profilo e desidero rimarcarla onde evitare incomprensioni e generare problemi con risvolti drammatici per la salute nei diabetici di seconda fascia, il 90% del totale; l’ho demolito definitivamente con il risultato dell’emoglobina glicata pervenuto la settimana scorsa. Ottenere un 50 (ex 6.7) di valore direte nulla di che anche se pur sempre un ottimo risultato, ma è il come l’ho ottenuto a far la differenza: nel corso dei due mesi precedenti all’esame ci sono state non solo le feste di Natale e capodanno, ma un passaggio ben più importante. Ho voluto misurare la mia capacità di tenuta glicemica, con la gestione al massimo delle sue potenzialità del microinfusore, letteralmente rimpinzandomi per giorni consecutivi di dolciumi e arrivando nell’arco della giornata ad assommare circa 1000 grammi di carboidrati assunti nell’alimentazione pur mantenendo un glicemia con una media di 134 mg/dl! Allora sia chiaro fatto il test sulla tenuta questa è un’operazione che non ripeterò più in futuro per due ragioni molto semplici: l’età anagrafica e la salute, poiché anche con una glicemia ottimale i risentimenti ci sono per altri valori – colesterolo in primo luogo – e per mantenere un compenso glicemico ottimale ho dovuto caricare parecchia insulina in infusione e questo non è buono se ripetuto costantemente con il tempo poiché le terapie ormonali, insulina compresa, vanno sempre usate con molto scrupolo per avere controindicazioni e complicazioni di sorta.

Il messaggio che desidero lasciare ancora una volta è semplicemente questo: con un controllo adeguato del diabete possiamo azzerare, o almeno ridurre, i limiti posti dalla malattia ed essere più sereni per dedicarci appieno alla vita e viverla completamente.