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Piazza Re Enzo BolognaUna buon segnale in vista della giornata mondiale del diabete proviene sotto il profilo locale dalla mia città: Bologna, quest’anno finalmente il presidio per sensibilizzare e informare la cittadinanza su cos’è questa malattia, cosa occorre fare per stare meglio e laddove possibile prevenirla (diabete tipo 2) torna ad essere nel pieno centro del capoluogo – piazza Re Enzo. Diabete al centro in centro per fare centro, potrebbe essere lo slogan non ufficiale della ormai prossima giornata piena di presenza in piazza in calendario il 9 novembre e che culminerà con l’illuminazione in blu della statua del Nettuno.

Ho voluto esordire con una sottolineatura a tinte locali poiché ritengo che proprio dalla mia realtà di appartenenza e prendendo spunto da un avvenimento unificante per tutti, oltre i confini politici, geografici e mentali, si può ricominciare a seminare qualcosa di importante e stimolante sia per i diabetici come per quanti non lo sono ma aspirano a raggiungere uno modo di vita equilibrato e sano.

La giornata mondiale del diabete non è un punto di arrivo ma di partenza ed ogni volta deve essere così, poiché alla base di questa data si ricorda e celebra la nascita di Banting, ovvero colui che fece l’insulina senza la quale generazioni di diabetici non sarebbero vissuti ieri come oggi. E partire da questo punto fermo di riferimento serve a far assumere maggiore consapevolezza di come attorno a una malattia spesso denigrata e vista come qualcosa di buffo ci sono tante storie e persone che hanno lottato e lottano per stare meglio. Nulla è scontato e dato per grazia ricevuta o perché cade dal cielo a noi diabetici. Da quando ho aperto questo blog (anno 2007) sono stati diversi gli episodi riportati di diritti, servizi, prestazione sanitarie negate. La situazione attuale è molto critica per quanto riguarda il sistema sanitario pubblico e con troppa frequenza leggo di articoli giornalistici che additano il diabete come principale causa del possibile collasso della spesa sanitaria.

Ora di fronte alle difficoltà ci sono due possibili reazioni: o ci si squaglia, o si fa fronte comune per meglio affrontare gli attacchi e tutelare il diritto del diabetico, innegoziabile, alla salute. Spero personalmente che la giornata mondiale del diabete 2013 possa rappresentare una base di partenza verso l’unità (con o senza sponsor) dei diabetici italiani.
Alcuni, molti, sorrideranno leggendo di questo auspicio vista la situazione generale in cui versa il paese, ma francamente non credo ci siano alternative o scorciatoie.

Il mondo diabetico italiano è quanto mai vivace e ricco di iniziative in ogni regione e città sotto il profilo educativo, sanitario, aggregativo ma il punto debole dell’intera filiera associativa è proprio tracciato dal versante negoziale, legale dove no si riesce a far contare il peso dei diabetici nella società italiana. Non si tratta questa volta di riflettere ma di sapere esercitare il nostro peso a partire dal 9 novembre prossimo.