I sopravvissuti della Pasqua e pasquetta sono ancora qui a testimoniare la tenuta psico-fisica a discapito della magnazza mascherata da evento religioso, spirituale. La comunione alimentare ha visto un menù caratterizzato da un tradizionale composizione di cibarie con il seguente palinsesto: antipasto di bruschette salumi e formaggi vari; primo piatto di lasagne al ragù di carne; secondo piatto composto da agnello al forno con timballo di verdure e per finire o sfinire, dipende dai punti di vista, un bel tiramisù. Il menù tutto compreso vedeva i seguenti valori nutrizionali così spalmati: calorie 1476, carboidrati 160, grassi 51, fibre 15 e proteine 69. La conclusione potrebbe essere: dopo l’elevazione spirituale il crollo materiale; ma per fortuna con l’avvento del nuove tecnologie al servizio del diabete la conservazione del compenso glicemico è riuscita e nel pomeriggio dopo una bella pennichella via a destreggiare il recupero di tonicità fisica con un bel mach di ping pong, e pronti per ricominciare da capo. Il valore della Pasqua, bel senso della glicemia, è stato pari ad una media di 140 mg/dl. E mentre scrivo queste righe di memoria pasquale per questo 2010 la colomba fiera vola via e l’uovo scompare all’orizzonte puff!