Tra cose serie e bufale, una settimana dopo l’altra è bello leggere notizie vere e importanti che investono nel futuro e nello sviluppo della ricerca diretta a combattere il diabete. Un esempio concreto nella direzione giusta è costituito dall’accordo stipulato tra la Fondazione per la ricerca nel diabete giovanile (Juvenile Diabetes Research Foundation) e la Eli Lilly (una delle maggiori produttrici mondiali d’insulina) per finanziare la ricerca preliminare dedicata ai giovani affetti da diabetici di tipo I allo scopo di sviluppare terapie in grado di rigenerare le cellule produttrici di insulina.

L’importanza strategica di un accordo del genere è presto detta: nei principali laboratori universitari degli USA ed europei si sono avvicendati negli ultimi anni passi importanti nella direzione di una rigenerazione cellulare autoctona dell’insulina. Per consentire di far il salto di qualità e potenziare gli strumenti al fine di raggiungere l’obiettivo finale della ricerca, occorrono accordi del genere sopra enunciato. L’aggiunta di una mattone nel muro sembra piccola cosa, invece così non è, perché quando si costruisce si progredisce, conosce e impara. Nel caso nostro si tratta di dipanare la matassa di un meccanismo ostico da districare.

Io non sono mai stato un ottimista a scatola chiusa e una cosa ho capito: saper distinguere tra percorsi promettenti e altri improbabili. Or bene ritengo questo fatto narrato una buona strada su cui investire risorse nella ricerca.