La vita umana si erge sul paradosso: ciò che fa bene causa anche il male a cominciare proprio dal toccasana per eccellenza ovvero il farmaco: se leggiamo “il bugiardino”, il foglietto che accompagna ogni brava confezione del medicinale, sono riportate tutte le indicazioni e controindicazioni circa l’impiego del medicamento. Spesso e volentieri si trovano particolari avvertenze indicate per quanti hanno il diabete, come l’interazione della medicina con l’insulina oppure altri che possono avere un effetto ipoglicemizzante solo per citare alcuni esempi e nelle pagine di questo blog nel passato ebbi modo di dissertare sugli effetti che i farmaci appartenenti alla categoria degli agenti beta bloccanti possono determinare con un evento ipoglicemico, in quanto nel diabete con glicemia instabile i sintomi di ipoglicemia possono essere mascherati.

L’attenzione verso l’impiego dei farmaci è un fatto che deve essere sempre, e sottolineo sempre, al centro della nostra attenzione; dobbiamo al momento di prendere una farmaco da banco e senza prescrizione medica informare il farmacista di essere diabetici in questo modo potrà verificare la presenza o meno di zuccheri nel prodotto o altri componenti controindicati per la nostra malattia. La stessa cosa va fatta di fronte alla redazione di una prescrizione farmacologica da parte di un medico che non ricorda la nostra condizione patologica: la comunicazione e informazione preventiva è importante in ambo i sensi.

Ho voluto esplicitamente trattare l’argomento dei farmaci e i loro effetti negativi sulla glicemia per due buoni motivi: l’arrivo della stagione autunnale e invernale ripropone con maggiore frequenza l’aumento dei fastidi e malanni alle vie aeree e respiratorie: tosse, raffreddore e sindromi influenzali. Sovente per curarci ricorriamo a medicamenti da banco che al loro interno contengono zuccheri come gli sciroppi per la tosse o le polveri idrosolubili anti mucolitici, e ancora le caramelle antinfiammatorie per il mal di gola,  alcune case farmaceutiche vendono lo stesso prodotto con e senza zuccheri, quindi esigiamo quest’ultimo al farmacista. Infine la sensibilizzazione a favore di una riduzione dei prodotti nocivi per il diabete passa in primo luogo da farmaci di automedicazione sicuri e che non compromettono il buon compenso glicemico.
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4 pensiero su “I paradossi umani”
  1. Caro Roberto ,ti ammiro tanto per quello che riesci a fare per te stesso.Vorrei essere almeno un pochino come te .Ma avrei la necessità di leggere e seguire, chi,come me, ha il diabete di tipo 2 ancora non insulino dipendente.Dopo il primo momento inziale di paura ora questa sta scemando e so che non va affatto bene .Ho perso 30 kg in 4 mesi! Sto tanto meglio, ma ho bisogno di
    qualcuno/A con cui confrontarmi.Puoi aiutarmi ? Grazie stefania campagnuolo

  2. Stefania con l’attesa di altri contributi dal vivo di diabetici 2 ti posso dire che ha raggiunto un risulato veramente ottimale, ora oltre a mantenerlo senza però diventare maniacale, puo cercare di tenere traccia del percorso da te fatto e condividerlo anche qui se lo ritieni opportuno, perché la tua esperienza insegna e si amplia la conoscenza di tutti, in primo luogo la mia. Un esempio: avrai seguito uno schema alimentare ecco da quello si possono fare già delle valutazione magari per migliorarlo. Nel blog mesi fa scriveva un diabetico 2 italiano pensionato, ma che vive in canada, il quale aveva raggiunto dopo alcune “sperimentazioni” un buon equilibrio fisico e della glicemia, e soprattutto grazie alla sua forza di volontà. Mi aveva colpito e anche commosso il suo racconto che ti riporto in sintesi: la sua forma di allenamento motorio era costituita da portare a sgambare all’aperto il suo fido cane labrador, e il passaggio più forte lo sottolineava quando lo faceva anche in condizioni climatiche estreme per il Canada: – 30 di temperatura e neve. Cara Stefania io, noi siam qui un abbraccio e ancora voglio dirti brava e avanti così 🙂

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