Siamo tutti comuni abitiamo in un comune, decenni fa fondammo le comuni (e alcune ancora sopravvivono), ora abbiamo le community e social network che canalizzano i “sentito dire” dell’era predigitale, ebbene tra tanti concetti e informazioni apprese ogni giorno sul diabete a volte capita di avere reazioni diverse come: è già la miliardesima volta che la sento questa! Mi ricorda qualcosa. O ancora: l’avevo sentita ma risentirla mi è stato d’aiuto. E in quest’ultimo caso oggi riprendo un argomento a me caro e molto popolare, si tratta della pressione alta, termine volgare indicativo dell’ipertensione arteriosa, una condizione patologica spesso affiancata al diabete, almeno per il 70% per cento dei casi. E’ credenza comune che la pressione alta sia un problema per vecchi e persone mature, ma nel caso del diabete 1 a esordio infantile, giovanile non è così, anch’essi hanno un rischio maggiore di sviluppare l’ipertensione e malattie cardiovascolari rispetto ai non diabetici. Ad esempio un recente studio sud-coreano ha analizzato la correlazione tra la pressione alta di notte e le lesioni aterosclerotiche precoci – ispessimento della parete delle carotidi – I risultati della ricerca condotta dal dott.. Lee Sh e pubblicati sul n. 34 di ottobre 2011 della rivista scientifica Diabetes Care, indicano che i bambini e adolescenti con DM1 hanno pressione alta in una elevata percentuale (fino al 50%) e vanno controllati precocemente per il danno vascolare (aterosclerosi).
E uscendo dal quadro generale io stesso faccio da prova vivente di quanto messo in evidenza dalla predetta ricerca: infatti sin da piccino avevano riscontrato svariati episodi di stato ipertensivo, solo che allora dicevano si trattava di effetti legati agli eventi del diabete (ipoglicemia o iperglicemia), sottovalutando sotto il profilo medico la reale portata dei sintomi e patologia annessa. La cosa che mi preme sottolineare come la notte risulti spesso associate a problematiche legate al gioco cardiovascolare – ormonale, è infatti lungo questa fascia di tempo in cui si può registrare un serie di fenomeni come: effetto alba (glicemia alta), pressione alta al risveglio, e altri accidenti cardiaci. Senza diventare maniacali nei comportamenti è bene ci ricordiamo periodicamente, almeno una volta alla settimana, di misurare la pressione arteriosa al mattino; per farlo non è necessario avere il manometro digitale a casa, basta recarsi in farmacia e te la misurano a gratis.
E’ importante tenere la pressione arteriosa nei livelli della normalità, per un diabetico: <120 – <80, in quanto essere iperteso porta nel medio-lungo periodo all’insorgenza di complicazioni ad importanti apparati del nostro corpo. La lista è lunga ma necessario elencarla: a cominciare dagli effetti sulla retina. Restringimento e sclerosi arteriolare diffusa, con aree ischemiche, micro aneurismi e dilatazione capillare. Sul cuore: In un primo tempo si ha ipertrofia concentrica del ventricolo sinistro, in seguito il ventricolo sinistro si dilata e sopraggiunge l’ipertrofia eccentrica, con possibile scompenso emodinamico. Inoltre l’aumento della massa cardiaca espone a maggior rischio di ischemia cardiaca e morte cardiaca improvvisa. Effetti sul sistema nervoso centrale: sclerosi vasale, micro aneurismi con possibile rottura ed emorragia intracranica, mal di testa, vertigini, sincope. Effetti sui reni: progressiva sclerosi dei vasi intra renali con diminuzione della filtrazione glomerulare e conseguente riduzione della funzionalità dell’organo, fino all’insufficienza renale. Effetti sui vasi arteriosi: aterosclerosi e micro aneurismi.
A me piace mettere in chiaro senza troppi addolcimenti sul salato, solo per dire una cosa: arrivare a tutte le predette complicazioni vuol dire aver fatto spallucce per tutto il tempo della nostra vita e ridursi all’ultimo a metterci una pezza quando oramai il tempo da guadagnare è ridotto a poca cosa. Occorre essere consapevoli di tutto questo e saper vivere il nostro tempo avendo cura di noi.