Il mondo è tondo o quadrato? Nel corso di questa settimana dopo avervi annoiato con dissertazioni di varia natura e tipo del diabete e varia umanità oggi rappresento in poche e semplice parole, ma con l’ausilio delle immagini, il cosiddetto “digital divide” ovvero il divario assistenziale presente nel nostro pianeta per quanto riguarda la fascia alta dei prodotti disponibili per la terapia nei riguardi dei diabetici di tipo 1. E prendo spunto proprio da un semplice foglietto di carta contenuto all’interno delle confezioni nei kit d’infusione di ricambio per il microinfusore della Medtronic, ma il nome o la marca ha ben poca differenza poiché la situazione è trasversale ai prodotti.

Ecco basta leggere l’elencazione dei paesi e relativi recapiti dove trovare il contatto per l’assistenza in caso di problemi per farsi un’idea: la multinazionale offre il servizio in 47 paesi, di cui 25 europei, 14 in Asia, 5 nelle Americhe, 2 in Oceania, 1 in Africa (ma col prefisso in Francia). Non c’è bisogno di fare altri commenti da parte mia oggi sono di poche parole, ma osservo ancora un semplice fatto: i sogni, le promesse, le dichiarazioni e anche le leggi sono tutte cose belle ma la realtà è ben altra. C’è il diabete tipo 1, tipo 2 e forse altri ce ne saranno ancora per strada; ma anche è anche vero come su questo pianeta ci sono diabetici di serie A, B C, D, E, F e a scendere. Le differenze c’erano e ci saranno sempre nella gioia come nel dolore, ma il fatto che non riesco ad accettare sta nella negazione all’accesso verso cure adeguate solo per il semplice fatto che un essere umano è nato al 10° parallelo mentre un altro al 44° parallelo. So bene che queste mie parole sono e resteranno inascoltate ma piace immaginare un giorno lontano nel tempo una terrà si fatta di diverse persone ma unite nel cercare di garantire un forma di benessere equo per ogni vivente almeno nella salute, senza mandare allo sfascio l’ambiente.

E la differenza nel caso in fattispecie ancora una volta è fatta delle scelte politiche, anzi meglio dire le non scelte, dei governi nazionali e delle organizzazioni internazionali di definire soglie minime di garanzia a tutela e difesa della salute, vita dei propri cittadini. D’altronde una delle poche cose certe nella vita risiede nell’abbissale differenza esistente tra il dire e il fare.